Il sogno di molti italiani (e non) è quello di andare a vivere negli Stati Uniti d’America, ma purtroppo per molte persone questo sogno rimane tale in quanto l’opportunità di trasferirsi negli USA viene concessa a pochi. Fra questi pochi c’è Alessio, italiano che è riuscito ad andare a vivere negli Stati Uniti e che ci ha concesso questa intervista. Leggiamo le sue parole.
Andare a vivere negli Stati Uniti d’America
Ciao Alessio, è un piacere poter scambiare due parole con un giovane italiano che ha lasciato l’Italia, si è trasferito lontano, più precisamente negli Stati Uniti, ed ha creato un’importante business. Le nostre interviste iniziano sempre con un’introduzione, ovvero ti chiediamo: Perché hai scelto di lasciare l’Italia?
Ho lasciato l’Italia perché purtroppo non vedevo una possibilità di crescita, mia madre gestisce un erboristeria ma con tutte le tasse e spese che è costretta a sostenere, non può permettersi di mantenere o di finanziare i miei studi o un mio progetto. Allo stesso tempo ho trovato enormi difficoltà nella ricerca di un lavoro, quindi all’età di 20 anni con un piccolo bagaglio di conoscenze lavorative, ma con grandi aspettative ed idee, ho deciso di lasciare tutto e tutti.
Di che città sei?
Sono di Napoli, del vomero. Passavo le mie vacanze estive a casa dei nonni paterni in Calabria ( Praia a mare,) ma sono nato e cresciuto a Napoli.
Perchè hai scelto di andare a vivere negli Stati Uniti d’America?
Per me è stato “semplice”, ho seguito mio padre. Lui, di origini calabresi, ha avuto il mio stesso problema quando aveva 30 anni. Anche se avesse in mano un ottimo mestiere (l’odontotecnico) nessuno lo pagava, così alla fine ha deciso di andarsene e di cercare lavori all’estero. Ad una fiera sul lavoro a Roma trovò un datore di lavoro Italiano con uno studio a New York, lo assunse e gli fece tutti i documenti necessari per poter lavorare legalmente negli States.
Quindi spiegaci, come sei riuscito ad ottenere il visto che ti permette di lavorare negli USA?
Tramite mio padre, lui appena ha ottenuto la sua GreenCard ha fatto il richiamo per i figli minori di 18 anni. In quel periodo avevo 12 anni, ma nonostante tutto non è stato assolutamente facile. Ci sono voluti ben 4 anni, tra avvocati e consolato, ma alla fine c’è l’abbiamo fatta. C’è da aggiungere che i miei si erano separati e nel frattempo mio padre si era sposato con un’altra italiana e stava dando la greencard anche a lei quindi per la mia richiesta ci è voluto un po’ più di tempo, ma tutto si è risolto.
Come ti sei organizzato prima della partenza e come ti sei mosso appena arrivato negli USA?
Avendo mio padre in Us, l’unico problema che ho avuto è stato quello di trovarmi un lavoro. Ma sono stato molto fortunato perché in Italia avevo fatto molti lavori, barista, pizzaiolo, panettiere, pastaio ed anche il gelataio.Tutti lavori del settore alimentare e come si sa, gli italiani per questo sono molto apprezzati.
Com’era il tuo inglese prima di partire?
Pessimo! Alle superiori avevo sempre 4 in inglese. Una volta arrivato a New York mi sentivo perso, ma me la sono sempre cavata. Mi sono fatto capire e non ho mai avuto problemi, il mio inglese poi è migliorato col tempo, giorno dopo giorno, ovviamente evitando di passare troppo tempo con gli italiani, altrimenti non avrei mai migliorato il mio inglese.
Attualmente dove vivi e di cosa ti occupi?
Mi trovo in Indiana dove lavoro come manager di un market italiano. Questo è il tipo di business che più mi piace. Tutto quello che ho imparato in Italia in un unico store. Facciamo la mozzarella fresca, la pizza napoletana, la pasta fresca, il gelato, il pollo allo spiedo. Sono molto orgoglioso di quello che sono riuscito a costruire. Il merito va comunque anche a chi ha creduto ed investito in me. Se fossi rimasto in Italia? A 24 anni chiedendo in giro 1 Milione di euro per un’attività del genere? Già sapete meglio di me che sarei diventato lo zimbello di tutti, il pazzo della situazione. Ma qui? E’ tutto diverso! Le start Up nascono tutti i giorni e l’economia gira.
Quali secondo te sono gli aspetti positivi, nel settore lavorativo e nella tua vita privata, che qui trovi mentre in Italia no?
Il mio stipendio è già il doppio di quello di mia madre, nonostante lei abbia 46 anni e gestisce un negozio da 15. Le persone qui sono felici, non ho mai sentito parlare di crisi, nemmeno se chiedi del famoso crack bancario del 2008, le persone rispondono che è stato solo un brutto periodo, ma passato. Poi per quanto riguarda la mia vita privata…sono italiano, discriminazione zero ed il mio accento è considerato sexy dalle ragazze, per cui… :).
Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Restare negli USA, cambiare nazione o tornare in Italia?
Il mio progetto attuale è quello di aprire una catena di ristoranti, poi darli in gestione e viaggiare in giro per il mondo.
C’è qualcosa che ti manca dell’Italia?
Mia mamma.
Cosa consiglieresti a chi vuole seguire i tuoi passi?
Non fatevi distrarre da persone inutili.
Grazie mille Alessio per il tempo che ci hai concesso. Crediamo che anche se per molti venire a lavorare negli Stati Uniti sarà molto difficile, le tue parole possono essere prese da esempio per progetti in qualsiasi altra nazione del mondo. Grazie a nome di tutti!
Grazie a voi per lo spazio che mi avete concesso!