Oggi abbiamo il piacere di parlare con Nicolò, un ragazzo italiano che sin da molto giovane ha capito che la sua vita non sarebbe stata in Italia, ma all’estero. Questa intervista è utile a tutti, ma soprattutto lo è per quei giovani che vogliono qualche idea su come “sfondare” nel mondo del lavoro al giorno d’oggi.

Ciao Nicolò, ci fa molto piacere poter scambiare due parole con te. Solitamente iniziamo le nostre interviste con la classica domanda: Perchè hai lasciato l’Italia?

Ciao a tutti ragazzi, è un piacere condividere con questo sito la mia “vita all’estero”. Tutto nasce nel lontano 2002/03 quando partecipai ad un exchange program grazie al quale vissi per 1 anno negli Stati Uniti. Quando, nel 2003 sono ritornato in Italia, mi resi conto che la mentalità era molto più chiusa di quella americana. La voglia di fare, la meritocrazia, il rimboccarsi le maniche etc etc non facevano parte del vocabolario nazionale (se non per una ristrettissima cerchia di persone). Così decisi che la mia vita non potevo passarla in Italia. Nel 2010 mi sono laureato in Scienze e Tecnologie della Comunicazione, ma subito realizzai che molto probabilmente quel famoso pezzo di carta non mi avrebbe portato da nessuna parte. Quindi decisi di iscrivermi ad un Master Degree all’estero.

 

Di che cittá sei?

Sono nato a Milano il nel 1985.

 

Quando hai lasciato l’Italia avevi già un lavoro o sei partito all’avanscoperta?

Come ho giá detto sono partito da neolaureato con l’idea di proseguire i miei studi all’estero. Poi tutta la mia carriera lavorativa è ambientata all’estero. Prima Sydney e successivamente Singapore, dove vivo tutt’ora.

 

E come ti sei organizzato? Conoscevi giá qualcuno? Raccontaci come ti sei mosso appena arrivato.

Dopo aver deciso che Sydney sarebbe stata la città dove proseguire i miei studi e incominciare un nuovo capitolo della mia vita, mi misi in contatto con la UNSW-University of New South Wales, per iscrivermi al loro Master in Public Relations & Advertising.

Al contempo, scrissi ad Ivan che era un amico di amici. Lui viveva a Sydney e si dimostrò sin da subito molto disponibile ospitandomi a casa sua. In poco tempo siamo diventati ottimi amici. Mi ha aiutato nella stesura di un CV e mi ha dato delle dritte sulla cittá. Sin dal secondo giorno mi sono dato da fare nella ricerca di lavori. Mi ricordo che sono atterrato a Sydney il 19 Maggio 2010 ed il 24 avevo giá un lavoro, ma ovviamente lo trovai così facilmente perchè avevo un buon livello di lingua inglese.

 

Cosa ti ha spinto a scegliere Sydney e l’Australia?

Considerando che, escludendo l’italiano, la mia lingua forte è l’inglese, ho iniziato a considerare diverse opzioni tra le quali Londra, il Canada, Stati Uniti ed Australia. Il mio desiderio di stare fuori dall’ Europa mi ha fatto depennare Londra dalla lista.

Canada…troppo freddo per me.

Stati Uniti, un sogno, però dai costi troppo elevati per i progetti che avevo in mente. I miei genitori si sarebbero dovuti sobbarcare il peso economico degli studi e della mia sfera sociale, visto che con il visto studio non è consentito lavorare.

Quindi non mi rimase che l’Australia. Scelsi Sydney. E fu una delle scelte migliori che io abbia mai fatto. Che conseguentemente mi ha portato dove sono adesso, a Singapore.

 

Racconta a chi sta leggendo questa intervista com’era il tuo inglese prima di partire.

Livello eccellente con IELTS 8/9. Grazie al sacrificio/investimento che fecero i miei genitori per farmi studiare negli Stati Uniti tra il 2002 ed il 2008.

Senza un livello alto di Inglese, è molto difficile “andare avanti”, lavorativamente parlando. Il mio suggerimento è di impararlo PRIMA di intraprendere questo viaggio.

Poi c’è anche un altro fattore indipendente alla conoscienza della lingua, la cosiddetta botta di cu**.

 

Quali secondo te sono gli aspetti positivi, nel settore lavorativo e nella tua vita privata, che all’estero trovi mentre in Italia no?

Penso che oramai lo sanno anche i muri, all’estero c’è molta più meritocrazia. Vieni trattato alla pari da chiunque, soprattutto dai superiori.

Il salario è certamente maggiore di quello che potrei avere in Italia con un lavoro simile.

Sia in Australia, ma soprattutto qui a Singapore c’è una estrema sicurezza e un bassissimo tasso di criminalitá, forse anche dovuto ad un’immigrazione selettiva.

Questa vita mi ha dato l’opportunitá di conoscere persone da ogni parte del mondo, culture differenti, religioni differenti, abitudini differenti, che mi hanno aperto gli occhi. Cosa che molto probabilmente non sarebbe successa se fossi rimasto in Italia.

Nicolò a Singapore

E c’è qualcosa che ti manca della nostra nazione?

La famiglia in primis.

Quei pochi amici veri, che nonostante la distanza continuano a starmi vicino.

Il cibo.

Quest’ultimo relativamente visto che qui a Singapore la varietà di cibi è impressionante.  Direi che molto probabilmente è più una questione di “spiritualitá”. Qui non c’è la stessa sacralità quando ci si mette a tavola con amici e conoscenti.

Ma se penso a quella che potrebbe essere la mia vita senza aver avuto quel coraggio nel lasciare la nostra nazione capisco che ho fatto benissimo a prendere le decisioni che ho preso e rifarei tutto.

 

Per noi di Viviallestero.com è stato un vero piacere parlare con te, diciamo che questa è un’intervista un po’ diversa dalle altre, anche se il punto principale è uguale per tutti, ovvero ci vuole tanta determinazione e bisogna conoscere bene la lingua inglese.

Grazie ancora Nicolò per il tempo che ci hai concesso.

Grazie a voi ragazzi, un saluto a tutti i lettori.

Nicolò G Ciravolo

Se volete dare un’occhiata alle offerte di lavoro attualmente disponibili nelle due nazioni “di Nicolò”, le trovate qui: offerte di lavoro per italiani a Sydney e offerte di lavoro per italiani a Singapore.