Ciao ragazzi, sono Roberta vi racconterò in breve la mia storia “tra arrivi e partenze” non so se vi farà riflettere, ma di sicuro è un incentivo a non demordere mai.
Ho 29 anni, sono siciliana e vi scrivo dopo aver gustato un bel caffè “tutto nostro”, una delle poche cose che può mancarci dopo aver fatto le valigie per partire all’estero.
Dalla Sicilia all’Australia senza paura
Credo che ormai non ci sia neanche più bisogno di presentarmi scrivendo “sono laureata in Economia, ecc…” ormai non sono più fonti di appiglio le nostre Lauree, nonostante sappiamo i nostri “dolori” per essere arrivati fin lì.
Andare all’estero e presentarsi con titoli ed attesti vari, risulta quasi presuntuoso. Non perchè le nostre Lauree non servano a nulla, anzi, io sono una sostenitrice delle Università Italiane; il nostro tallone d’ Achille risiede nel fatto che, tra il teorico ed il pratico ci passa tutto il “ Mondo”…si ok, “ Vivi all’estero” ma all’estero ci scontriamo con un realtà diversa e con un mercato lavorativo globalizzato, di conseguenza dobbiamo ridurre le nostre aspettative per non rimanere delusi.
Qualche mese fa dopo aver fatto una breve esperienza a Dublino, ho partecipato ad un Progetto Leonardo, e così di corsa, prendo l’aereo come se fosse una fermata di bus: Limassol, poi Granada. Viaggiare, fermarsi giusto un po’ o qualche mese, ripartire, tornare e ripartire ancora. Nella valigia cose essenziali, e se il coraggio non mi manca è evidente che mi mancheranno tante altre cose.
Di sicuro non mi mancherà chi esclama “ Beata te, parti libera senza pensieri!”. Libera si, soprattutto di andare dove voglio, ma la cose che più mi dispiace è sentire i miei genitori che si sono “opposti” alla mia futura partenza per l’Australia…ma poi hanno realizzato anche loro che tenermi qui è solo un male per me stessa.
“ Roberta, l’Australia è troppo lontana!!!” e di colpo ti fai mille domande, mille dubbi, la paura che riesci a gestire appena…nel frattempo consultando il sito “viviallestero” hai inviato mille curriculum ed arriva una risposta per un colloquio Skype, proprio per andare in Australia. Fortuna? Non so, ma confermata per lavorare lì, dove la mia testa ha già fatto il giro di quel Continente mille volte, dove le cose sembrano essere migliori, dove noi giovani possiamo sentirci “sfruttati” solo se vogliamo esserlo e non in modo imposto come succede facilmente in Italia.
C’è tanta gente infelice che accetta di vivere in questo “stato di infelicità” perchè ha paura dei cambiamenti e perchè attaccati ad ogni cosa che è familiare e confortevole, non prendendo l’iniziativa di cambiare la propria situazione proprio perchè è condizionata dalla sicurezza, devastandosi, così, un futuro.
Io non voglio rimanere intrappolata da pensieri che possono bloccarmi, ho solo voglia di essere positiva, nonostante il mio inglese carente, nonostante il “non sarà facile”, nonostante tutto quello che si contrappone al bello di quei paesaggi sognati.
Sfidare, tentare, rischiare, migliorare, essere determinata, sono queste le parole che accompagnano le mie partenze e che mi danno il coraggio di viaggiare e non lasciar perdere ogni possibilità che mi viene offerta. Certo, la paura c’è, ma poi rifletto e mi dico che “ogni gioia ha una paura dentro” e se non rischio non potrò gioire…ne varrà la pena, ne vale sempre la pena!
E in questi casi: quando il gioco si fa duro, i duri estraggono un passaporto ed un visto per andare via, dove vogliono!
Roberta