Ma secondo voi, solo in Italia l’età è un problema per trovare lavoro? Ce lo siamo chiesti anche noi, inondati da messaggi e richieste di aiuto di connazionali che, superata la soglia dei 35 anni, quando va bene, non riescono ad entrare nel mondo del lavoro o per meglio dire, non riescono ad essere apprezzati per le loro competenze. Nell’articolo cercheremo di capire perché l’età sia un problema nel mercato lavorativo italiano e daremo un’occhiata all’estero per comprendere se si tratta di un dato generale o relativo solo al Bel Paese.

Nel frattempo vi consigliamo di sbirciare le offerte di lavoro in giro per il mondo, così da essere preparati per un eventuale e inaspettato cambio di vita!

Capire dove e come trovare lavoro all’estero

INDICE

1. Un problema tutto italiano?

2. Quali motivi ci sono dietro a tutto questo? 

Un problema tutto italiano?

In Italia, l’età è uno degli handicap più importanti quando si tratta di trovare lavoro. Anche se molte offerte non lo indicano e sembra un argomento tabù quando si tratta di affrontarlo seriamente, la risposta è affermativa al 100%. Senza dubbio rappresenta uno dei grandi inconvenienti che molte persone hanno per poter rientrare nel mondo del lavoro. E pur avendo un ottimo profilo combinato con aspettative salariali accettabili, l’età può essere un criterio di esclusione per un gran numero di professionisti che potrebbero mostrare prestazioni uguali o addirittura migliori rispetto a molti candidati piú giovani che finiscono per essere assunti o che stanno attualmente lavorando. Tutto ciò crea grandi barriere molto difficili da superare che causano grande disagio alla persona, facendola deprimere e facendola sentire completamente inutile. 

Ma se diamo un’occhiata all’estero, e magari senza andare troppo lontano ci rendiamo facilmente conto che questo problema, magari presente nelle nazioni che si affacciano sul mediterraneo, è totalmente assente nei paesi nordici. 

In Gran Bretagna, Olanda, Svezia, Norvegia e Finlandia vige quello che in Italia sembra perso per sempre ovvero la politica della meritocrazia. Un giovane con voglia di fare e apprendere si inserirà facilmente in un mercato lavorativo competitivo, ma un “anziano” ben preparato, con esperienza e competenze dimostrate, avrà facilmente accesso a posizioni di leadership e di rilievo.

Dicevamo poc’anzi quello che accade solitamente nelle nazioni che si affacciano sul Mediterraneo, e prendiamo come esempio la Francia, la Grecia e la Spagna, che sebbene simili all’Italia per cultura e tradizioni differiscono moltissimo nell’andamento del mercato lavorativo. In Francia per esempio, i profili con esperienza, specializzazioni e conoscenza delle lingue, sono richiestissimi sia dalle aziende nazionali che dalle multinazionali presenti sul territorio. La Grecia, passato l’inferno economico degli ultimi anni, si sta risollevando puntando proprio sulle figure competitive e veterane delle professioni. Infine la Spagna, la piú simile per tradizione e valori all’Italia, ha fissato leggi precise e restrittive atte a contrastare qualsiasi discriminazione riguardante l’etá o il sesso; il famoso minimo salariale, oltre a garantire la dignitá di una professione, cela in sè la regolarizzazione del lavoro secondo caratteristiche ben definite.

Se con queste poche parole vi abbiamo invogliato a trasferirvi in Spagna, ricordate che tra i nostri pacchetti piú richiesti c’è quello in cui vi aiutiamo a trasferirvi a Valencia.

Testimonianza Mery

Quali motivi ci sono dietro a tutto questo? 

Purtroppo molte aziende preferiscono persone giovani esclusivamente per un unico motivo: le possono pagare meno. Ed  elettivamente contratti come apprendista, i famosi stage retribuiti e i primi contratti, non possono essere proposti a chi supera i 30-35 anni. Inoltre in Italia, non essendoci il minimo salariale, è lecito discriminare un lavoratore per la poca esperienza e assumerlo per una funzione specifica con un salario inferiore. Il lavoratore ventenne svolgerà lo stesso identico lavoro che avrebbe potuto svolgere un quarantenne, ma senza le competenze e le conoscenze del suo collega anziano, percependo uno stipendio molto inferiore.

La soluzione sarebbe che tutti i nuovi imprenditori e tutte le giovani aziende, cercassero persone con esperienza che possano fornire molto valore aggiunto. Senza dubbio questo sarà il momento migliore poiché a causa della sfortunata crisi e situazione che stiamo vivendo, molti hanno abbassato le loro aspettative salariali di decine di migliaia di euro. Ebbene, l’età alla fine è un numero associato a una serie di credenze. E chi è valido nel suo campo può continuare ad esserlo anche dopo molti anni o anche di più. Potrebbe non essere più efficace in alcuni compiti che prima padroneggiava, ma non dobbiamo dimenticare la capacità di adattamento dell’essere umano: ciò che ci ha portato ad essere dove siamo e a migliorarci giorno dopo giorno nonostante le avversità che ci circondano . Guardiamoci tutti allo specchio e ricordiamoci che non saremo mai più così giovani.

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