Abbiamo il piacere di parlare con Roberto, italiano che ha aperto una scuola di calcio in Africa e che si dedica ad aiutare gli altri, a dare una mano a chi è meno fortunato (o meglio dire più povero). Roberto ha creato un suo progetto in Guinea basato sull’insegnamento del gioco del calcio. Leggiamo la sua interessantissima intervista.

Italiano ha aperto una scuola calcio in Africa

Ciao Roberto, è un vero piacere poter parlare con te. Avrai sicuramente molte cose da raccontarci, ma iniziamo dal motivo che ti ha spinto a lasciare l’Italia.

Una nuova opportunità di esperienza lavorativa fuori confine, sono consulente di un gruppo italiano a cui ho avviato una miniera d’oro in Guinea, ed un sogno nel cassetto, aprire una scuola calcio sport cultura in Africa.

Di che città sei?

Sono di un piccolo paese della provincia di Vicenza, cioè Noventa Vicentina.

Scuola calcio in GuineaQuando hai lasciato l’Italia avevi già un lavoro o sei partito all’avanscoperta?

Sono partito all’avventura, in Italia mi sentivo giorno dopo giorno morire sempre di più. Quindi sono partito all’avanscoperta, alla cieca, ma con molta fiducia di me stesso.

 

Cosa ti ha spinto fino in Guinea?

Dovevo inizialmente andare in Gabon, poi un mio amico Mauritano, Ali, mi chiama dalla Guinea e mi chiede se volevo raggiungerlo per visionare una miniera di diamanti, così poi mi sono fermato lì.

Com’era il tuo francese prima di partire?

Il mio francese era ed è scolastico, ma, un po’ per la continua pratica ed un po’ per studio sono anche riuscito a fare delle lezioni ai miei allievi, con molta applicazione e “fantasia” e comunque a instaurare buoni dialoghi con tutti i madre lingua francesi.

 

Parlaci quindi dei tuoi progetti del presente e del tuo futuro.

Principalmente la mia attività si basa sulla scuola calcio-psico-cultura in modo che possa un giorno, anche magari per un solo allievo avverarsi il sogno di raggiungere l’Italia con un aereo come viaggiatore consapevole della propria cultura e tradizione, invece di rischiare la vita attraversando in barcone come clandestino. E per tutti gli altri di poter donare loro una speranza attraverso lo sport o per costruirsi un futuro dignitoso nella propria terra. Inoltre seguo gli aspetti in relazione al lavoro minerario. Proprio ora sto ultimando i dettagli per un’operazione mai fatta prima in Guinea: una grande cooperativa di tutti i lavoratori dei villaggi in modo che il loro lavoro oltre ad essere retribuito possa anche portare dei dividendi e soprattutto possano assicurarsi la salute. In questo modo potranno anche accumulare un fondo pensionistico assicurativo che in Guinea non esiste.

 

Quali secondo te sono gli aspetti positivi, nel settore lavorativo e nella tua vita privata, che qui trovi mentre in Italia no?

Esprimere le proprie capacità principalmente attraverso la meritocrazia, se sono capace di fare una qualsiasi attività qui posso dimostrarlo, secondo luogo la possibilità di “respirare” libero da un condizionamento psicologico che nella nostra civiltà occidentale ci martella ogni giorno prosciugandoci dentro, sia moralmente che psicologicamente oltre che economicamente.

L’Africa è molto bella, ma anche molto dura. In questo momento c’è qualcosa che ti manca dell’Italia?

Quando sono in Guinea principalmente gli affetti famigliari, ho una moglie a cui sono legatissimo da 36 anni, due figli (se un giorno avrò la fortuna di poter gestire economicamente tutta la situazione li porterò con me). Per l’aspetto materiale quasi niente, mi sono trovato bene in tutte le parti del mondo che ho visitato, poichè ritengo di essere in grado di sentirmi bene con me stesso anche con poco, e non è la solita retorica. Quando uno sta bene con se stesso, sta bene anche con gli altri.

Cosa consiglieresti a chi vuole seguire i tuoi passi?

Per quel che riguarda l’aspetto lavorativo bisogna prima di tutto capire se si è in grado di confrontarsi con realtà molto diverse dalla nostra, e, soprattutto, i giovani devono affidarsi a persone che conoscano ed abbiano toccato con mano queste realtà lavorative. Bisogna sempre informarsi molto bene sotto l’aspetto burocratico e della tutela, avere sempre una piccola “riserva” che ti permetta in qualsiasi momento di poter tornare. In ultimo, ma cosa non meno importante, bisogna avere sempre tanto RISPETTO per gli altri.

Grazie mille Roberto per il tempo che ci hai concesso, siamo sicuri che le  tue parole aiuteranno molti ad intraprendere una strada simile alla tua.