Raffaella chiede a tutti voi se a 50 anni ancora sia possibile andare all’estero, se sia possibile ricominciare tutto da capo. Qui sotto trovate la lettera che ci ha inviato.

Ci sono persone di 50 anni appesantite da un mutuo. Da orari di lavoro da rispettare. Da figli adulti (magari precari) e da un nonno da accudire.

Ma ci sono anche persone di 50 anni sollevate dal peso del mutuo, perché vivono in affitto. Nessun orario da rispettare, perché disoccupate. Con un figlio adulto (magari precario) E, Dio ti ringrazio: nessun nonno da accudire.

Ho suggerito a mio figlio quello che promuovo ad ogni giovane: vattene dall’Italia!

Credo abbia paura. Accampa ragioni patriottiche.

Andare a vivere all’estero a 50 anni, è possibile?

E al contempo, indifferentemente, trascura ogni iniziativa, pur minima, di tamponare anche un solo brufolo di questo paese che ha una faccia corrotta e allo sfacelo.

Vent’anni fa, prima che nascesse mio figlio, ho vissuto 1 anno a Barcellona. Mi piaceva talmente che non sono tornata in Italia neanche a Natale.

E…sorpresa!

Il giorno della mia partenza, i commercianti di Barcellona m’inviarono uno sciame di fattorini. Ciascuno con delle rose. Chi dieci, chi quattro. Per un totale preciso di 100 rose.

Sorridevano porgendomele e io sono salita sul pullman che mi riportava in Italia. Con le mie 100 rose strette tra le braccia. Così stupita, confusa, da tutto quello che succedeva e che lasciavo. Mi sono accomodata in fondo, all’ultimo sedile. Tutti i viaggiatori del pullman erano girati a guardarmi stupefatti e plaudenti. E io ricambiavo lo sguardo attraverso i fiori.

“Perché le hanno regalato le rose signorina?”

C’era una ragione.

Partire a 50 anni

Diversamente dagli italiani che -negli anni precedenti- avevano coperto il mio ruolo (di guida turistica), io non avevo raschiato la mazzetta ai commercianti spagnoli per portare a bottega, i connazionali in gita turistica. Insomma, non volevo soldi. Gli spagnoli strabiliarono.

Tutto qui.

L’arte di arrangiarsi mi disgusta. Proprio per questo mi arrangio malissimo. E ‘sto’ fallita.

Cosa posso dirvi ragazzi? Che vivete questo viaggio per il mondo?

Vi dirò quello che ho capito io!

Noi… non siamo personaggi di una telenovela…giusto?!

Qui non ci sono premi. A meno che non li strappi.

L’onestà è a tuo rischio e pericolo, proprio come la disonestà. Dipende da come sei tu. Se ti piace essere onesto, sii onesto: per te stesso. Ma sappi che è un privilegio che presenterà il suo prezzo e che dovrai pagare.

E le rose?…. eh…le rose sono un’eccezione…che non dimenticherai. Per sempre.

Torniamo al presente.

Se mi capiterà un lavoro lontana dall’Italia, partirò. Non preferisco un paese ad un altro.

Forse lontani dall’Europa sarebbe meglio. Perché riguardo ai paesi invischiati nei pantani dell’Euro ho un brutto presentimento….

Comunque….sono appena tornata dalla Svizzera. Ci sono stata a giocare ai quattro cantoni e con l’occasione ho infilato un curriculum sotto la porta di tutti e quattro..

La Svizzera non me la ricordavo più. Bellissima.

Domani o dopodomani ci torno (in seconda perlustrazione). Bellissima…

eh….ma dubito abbiano urgenza di una cinquantenne che non sia un ingegnere astronautico e manco conosca le 544 lingue di prassi. Eppure….chissà, non mi spiacerebbe un lavoretto da operaia che pulisce gli uffici, che trapana buchi nelle fette di formaggio e carica gli orologi a cucù.

Ci riprovo.

Quanto a “cosa ne pensino” i familiari (e cioè mio figlio e mia madre) dei miei tentativi d’espatrio….beh…è un pensiero debole il loro. E infatti non ne dicono un granché, dal momento che è decisamente più grave non guadagnare i soldi necessari ad un affitto. Giusto?!

Bene, questo è tutto, è ora di andare….

Buon viaggio, forti e avventurosi Gabbiani.

Vi abbraccio con stima.

Vostra Raffaella