Se è da qualche tempo che ti frulla per la testa l’idea di espatriare, ma non hai ancora deciso cosa fare, questo articolo potrebbe interessarti.  L’andarsene di casa è cosa seria e complessa, per questo la decisione non può essere presa in due minuti. E’ anche vero che il tempo per decidere a volte si dilata troppo e, questi due minuti  diventano due mesi, poi due anni e poi diventano rimpianti per il tempo sprecato

Espatriare o non espatriare questo è il dilemma

Espatriare o non espatriare, questo è il dilemma

Due delle trappole più diffuse

Spero che tu già sia consapevole del fatto che aspettare il momento perfetto per la partenza perfetta altro non è che rimandare all’infinito e quindi non partire. Una prima trappola in cui l’indeciso cade è quella dell’aspettare il momento perfetto che non arriverà mai.

La seconda trappola da evitare è quella della confusione mentale che immobilizza. Chi è in questa condizione continua a pensare al partire ma non si decide mai perché non si sente sicuro. In questo caso  la prima domanda che farei ad un cliente che si rivolge a me per sbloccarsi è proprio questa: “Quante sicurezze vuoi prima di decidere se partire o meno?” e in base alla risposta capisco se l’idea è utopica oppure se è possibile stabilire insieme un certo numero di condizioni che, se soddisfatte, poi permetteranno la partenza.

Dimenticavo di dire che sono uno psicologo online (oltre che in studio a Brescia) e sto scrivendo su questo sito per gentile concessione del suo owner  e perché in questi tempi di crisi, diverse persone si rivolgono a me come aspiranti expat che però sono bloccati da mesi (se non da anni) nella decisione.

Bene, tornando al discorso, liquiderò la prima trappola della condizione perfetta per la partenza semplicemente dicendo che questa non esiste. Per quanto riguarda la seconda trappola, quella della confusione mentale  spiegherò come nella pratica di psicologo online o di coach o appllichi un protocollo per la gestione del problema. Questo esercizio pratico è il primo step per aggredire e capire meglio dove sta il blocco.

Condizioni necessarie e meno necessarie

Iniziamo a parlare di condizioni e a individuare quali siano e di che tipo siano le condizioni che ti immagini essere necessarie per la partenza.  Faccio l’esempio di un mio ex cliente Francese, che lavorava come dentista a Mosca e che voleva espatriare per aprire un piccolo ristorante in Australia. Stava rimandando questa decisione da un paio di anni. Era molto confuso sul partire o meno. Le cose erano complicate dal fatto che aveva famiglia e la decisione avrebbe coinvolto anche moglie e figlia. La situazione era talmente confusa che non aveva nemmeno una lista dei dubbi e delle condizioni che voleva fossero esaudite prima della partenza.

I passi da fare

Primo passo da fare in questo caso: Lista delle condizioni che dovrebbero essere esaudite per poter partire. La lista richiede un certo tempo per essere compilata, a seconda della persona ho visto tempi che vanno da 1 giorno a 1 mese, tuttavia l’importante è avere questo elenco per poi passare alla fase successiva.  Il secondo passo da fare è quello della divisione delle condizioni in :

1) strettamente necessarie e

2) non indispensabili per la partenza

A questo punto del nostro caso, la confusione iniziale iniziava a diventare “discorso logico” e il dentista aveva a  le idee più chiare. Importante è scrivere nei dettagli questi/e concetti/condizioni per renderle più concrete ed esplicitarle.  Una terza fase di questo processo poi è il cercare quali fra le condizioni necessarie siano sotto il nostro controllo e quali non lo siano. Nel caso del dentista, questa analisi è stata fonte di non poca preoccupazione perché almeno una delle condizioni necessarie non era sotto il suo controllo.  Nel suo caso, il socio doveva essere d’accordo con la sua partenza e doveva quindi liquidarlo economicamente. Qui poi siamo entrati in un altro campo e abbiamo lavorato sull’obiettivo di farsi liquidare dal socio (ma non ha niente a che fare con il topic dell’indecisione, che qui sto trattando).

Con il lavoro fatto fino a quel punto avevamo ottenuto un quadro più organizzato e lucido, di cosa servisse per partire e questo era l’ottanta per cento del lavoro.

 

Analizzare i propri pensieri scrivendo

L’analisi delle condizioni necessarie, suddivise fra quelle che sono sotto il nostro controllo e quelle che non lo sono porta poi a delle decisioni su come gestire le variabili/condizioni direttamente controllate o come mediare quelle che non dipendono proprio dall’aspirante espatriato.  Per quanto riguarda la gestione delle prime si stila un piano con degli obiettivi e delle scadenze, per quanto riguarda le seconde (variabili e condizioni non direttamente sotto il nostro controllo) si studiano modi di influenzare altri attori coinvolti.

C’è da dire che spesso clienti che si rivolgono al mio studio di psicologo online non si rendono conto di avere delle aspettative irrealistiche rispetto al partire e tentennano in un infinito vacillare dal parto al non parto. Non capiscono cosa li trattenga e restano imbrigliati nella confusione totale. Questa tecnica che ho appena raccontato potrebbe essere un punto di partenza se sei fra quelle persone che stanno impiegando molto tempo a decidersi. Se dovessi ancora avere delle difficoltà insormontabili, anche se abiti lontano, io come psicologo online sono a portata di click. Grazie per aver letto sino a questo punto e buona giornata,

 

Ringraziamo lo psicologo Marco Giacobbi (psicologo clinico e coach) per aver scritto questo articolo per i nostri lettori.