Prendiamo spunto da un interessante articolo della nostra amica “Maga” da Sydney per parlare di un tema molto triste per noi italiani. La nostra amica Maga infatti ci racconta il suo ritorno in Italia per le vacanze estive dove ha avuto la possibilità di godersi delle bellezze e soprattutto delle bontà culinarie del nostro paese. Poi lei è ligure di Genova, per cui potete immaginare…un trionfo di focacce, pesto, pizze, dolci e chi più ne ha più ne metta. Però ad un certo punto della vacanza arriva il momento triste, arriva il momento in cui si realizzano certe cose.

Ritorno in ItaliaEsatto, quando si è in vacanza in Italia, soprattutto se dopo tanto tempo che non si torna, all’inizio è tutto bello. Rivedere la famiglia, rivedere gli amici, sedersi a tavola e godersi delle bontà culinarie che il nostro paese ci propone quotidianamente. Poi però i giorni passano e si comincia a parlare “seriamente” con la gente e qui arriva il tasto dolente. E’ una lista di lamentele, di cose che non vanno bene, di insoddisfazioni lavorative. E allora ti tornano in mente i veri motivi per cui te ne eri andato, cosa ti aveva spinto a fare il grande passo.

La maga lo dice apertamente “Soffro nel sapere che per realizzarmi professionalmente me non sono dovuta andare dal mio paese”. E’ veramente triste, ma è la verità.

 

E’ molto interessante tema articolo perchè ci fa capire cosa vede un italiano che vive all’estero quando torna nel nostro paese. In Italia si parla sempre del buon cibo, dello splendore delle nostre città, della storia che abbiamo vissuto, ma poi quando si tocca il tema del lavoro e delle soddisfazioni professionali ci perdiamo in un bicchiere d’acqua.

E quindi ci e vi chiediamo? Per quale motivo si fanno tanti sforzi sui libri a scuola se poi il nostro paese ci “costringe” ad andarcene via? Perchè la meritocrazia non viene tenuta in considerazione in Italia?