Molti di voi ci stanno chiedendo informazioni sul Referendum che porterà la popolazione britannica a scegliere se restare nell’Unione Europea o uscire. L’esito di questo referendum sarà importante anche per noi italiani che viviamo a Londra e nel territorio britannico.

Visto che il tema è abbastanza complesso e i quesiti in merito possono essere tanti, abbiamo deciso di raccogliere in questo articolo tutte le più importanti informazioni e domande.

Quindi in questo articolo troverete tutte le risposte alle vostre domande sul Referendum Brexit del 23 Giugno 2016.

Referendum Brexit 23 Giugno

Referendum Brexit 23 Giugno

In cosa consiste questo referendum?

Il referendum è stato richiesto dal primo ministro britannico David Cameron con il quale si deciderà se il Regno Unito deve rimanere nell’Unione Europea oppure deve uscirne. Il referendum si terrà Giovedì 23 Giugno 2016.

 

Quale sarà esattamente la domanda che verrà posta agli elettori?

La Commissione elettorale ha proposto la formulazione della domanda in questi termini: “Should the United Kingdom remain a member of the European Union or leave the European Union?”, ovvero “Il Regno Unito deve rimanere un membro dell’Unione Europea o lasciare l’Unione Europea?”. Le opzioni per gli elettori saranno “Remain a member of the European Union” e “Leave the European Union”.

 

In questi giorni si è sentito parlare molto di “Brexit”, ma esattamente che cosa significa?

Brexit è una parola che sta diventando di uso comune ed è usata per esprimere il fatto che il Regno Unito vuole lasciare l’UE. Infatti deriva dalla fusione di BR per Britain ed EXIT che sta per uscita.

 

Chi avrà il diritto al voto?

Potranno votare i cittadini britannici, i cittadini irlandesi, i cittadini del Commonwealth che hanno già compiuto i 18 anni e che sono residenti nel Regno Unito, i cittadini britannici residenti all’estero che sono stati nelle liste elettorali nel Regno Unito negli ultimi 15 anni.

 

Possono i cittadini dell’UE che vivono nel Regno Unito votare per il referendum?

No. Le regole sono le stesse delle elezioni generali dello scorso anno, quando i cittadini dell’UE non hanno potuto esprimere il proprio parere.

 

Dopo che il Regno Unito ha proposto questo referendum, Cameron ha raggiunto degli accordi con la UE che entreranno in vigore nel caso vincesse il “Restiamo nell’Unione Europea”. Esattamente quali sono i principali cambiamenti che il governo di David Cameron ha accettato?

Dopo due giorni di intensi colloqui con i leader degli altri stati membri a Bruxelles, nel Febbraio scorso, David Cameron ha accettato un pacchetto di modifiche che riguardano la loro adesione all’UE. L’accordo, che entrerà in vigore se il Regno Unito vota per rimanere in Europa, include queste modifiche:

– Child benefit: Il Child benefit  ottenuto dai lavoratori stranieri per i bambini che vivono all’estero potrà essere ricalcolato in base al costo della vita nella loro nazione d’origine.

– Migrant welfare payments:  Il Regno Unito può decidere di limitare i benefits lavorativi per i migranti europei durante i primi quattro anni nel Regno Unito. Questo cosiddetto “freno di emergenza” può essere applicato nel caso di livelli “eccezionali” di migrazione, ma deve essere per forza rilasciato entro sette anni.

– Zona Euro: Il Regno Unito può mantenere la sterlina pur essendo in Europa e il denaro britannico speso per il salvataggio di nazioni della zona euro sarà rimborsato.

– Protezione per la Città di Londra: Sono state date garanzie sul fatto che ai servizi finanziari britannici non verranno imposti i regolamenti che invece vengono imposti ai paesi che fanno parte della zona euro

– Sovranità: C’è un impegno esplicito che il Regno Unito non prenderà parte di una “unione più stretta” con altri Stati membri dell’UE.

– “Cartellino rosso” per i parlamenti nazionali: Sarà più facile per i vari governi di unirsi per bloccare le legislazioni indesiderate. Basterà che il 55% dei parlamenti della UE non siano d’accordo per bloccarla.

– Competitività: Tutti gli Stati membri saranno chiamati a “fare tutti gli sforzi possibili per rafforzare il mercato interno” e di prendere “misure concrete per una migliore regolamentazione”, anche riducendo la burocrazia.

– Alcuni limiti alla libera circolazione: Negare i diritti automatici di libera circolazione ai cittadini extracomunitari che si sposano con un cittadino dell’Unione, in maniera da limitare decisamente il flusso di matrimoni “fittizi”. Ci sono anche nuovi poteri per escludere le persone che si ritengono un rischio per la sicurezza (anche se non hanno precedenti penali).

 

Che differenza c’è fra ciò che hanno pattuito con ciò che il governo Cameron avrebbe voluto?

David Cameron aveva inizialmente voluto un divieto assoluto dell’invio degli assegni familiari all’estero, ma ha dovuto scendere a compromessi dopo che alcuni stati dell’Europa orientale hanno respinto tale richiesta e hanno anche insistito sul fatto che chi già ne usufruisce deve continuare a ricevere il pagamento completo.

Accontentarsi del fatto che dopo 7 anni ogni limitazione cesserà, mentre avrebbero voluto che fosse per 13 anni.

Sulla regolamentazione finanziaria, è stata inserita una clausola atta a “garantire la parità di condizioni nel mercato interno”. Questa clausola è stata inserita in risposta ai timori dei francesi che pensavano che il Regno Unito fosse alla ricerca di una protezione speciale per la città di Londra.

I critici sostengono che l’accordo finale è ben al di sotto di ciò che Cameron originariamente aveva promesso quando ha annunciato il suo piano per il referendum, anche se la maggior parte dei punti iniziali, ad eccezione di quelli di cui sopra, sono rimasti immutati nell’accordo finale.

 

Chi è a favore del fatto che il Regno Unito esca dalla UE?

La popolazione britannica è abbastanza equamente divisa, almeno secondo quanto riportano gli ultimi sondaggi. Il Partito per l’Indipendenza del Regno Unito, che ha vinto le ultime elezioni europee, ha ricevuto quasi quattro milioni di voti. Circa la metà dei parlamentari conservatori, tra cui cinque ministri, diversi parlamentari Laburisti e il DUP sono favorevoli ad uscire.

 

E perché vogliono che il Regno Unito esca?

Sono convinti che il Regno Unito sia frenato dalla Unione Europea in quanto troppe norme comunitarie pongono dei limiti ai loro business. I costi e gli oneri per far parte dell’Unione Europea sono ben superiori ai vantaggi che la stessa Unione apporta al Regno Unito per cui non vi è un valido motivo per continuare a farne parte.

 

Chi vuole invece che il Regno Unito rimanga nell’UE?

Nonostante sia stato lui a chiedere il referendum, è lo stesso David Cameron a voler rimanere nell’Unione Europea. Ora che ha ottenuto qualche garanzia e qualche potere in più (nonostante non lo abbiano soddisfatto totalmente) preferisce restare. Come lui anche ben sedici membri del suo partito hanno fatto marcia indietro. Il popolo, come dicevamo, è abbastanza equamente diviso sulla questione.

 

E quali sono i motivi per restare? 

Essi credono che la Gran Bretagna può ottenere una grande spinta dalla stessa UE permettendo così un libero circolo del business e un miglior rapporto fra i vari paesi. Sono anche convinti che la loro immagine nel mondo verrebbe danneggiata da un’eventuale uscita.

 

Cosa ne pensano le imprese?

Quasi tutte le grandi imprese, solo con rare eccezioni, tendono ad essere favorevoli a restare nell’Unione Europea, in quanto un’uscita comporterebbe una maggiore difficoltà nello spostamento di materie prime, soldi e lavoratori. Le piccole imprese invece preferiscono uscire in maniera da essere più “protette” dai concorrenti esterni. La Camera di commercio britannica, comunque, dice che il 55% dei loro membri sono favorevoli al rimanere nella UE, ma andrebbe apportata qualche riforma.

 

Esiste un Quorum da raggiungere per ritenere il referendum valido oppure ci sarà comunque un vincitore? 

Non esiste un quorum, qualsiasi sia il numero di voti validi, ci sarà un vincitore. Facendo un esempio semplice e banale, se a votare fossero soltanto 3 persone, il referendum verrebbe considerato comunque valido e vincerebbe la parte che prende almeno 2 voti.

 

Se il Regno Unito lasciasse la UE, poi i cittadini europei avrebbero bisogno di permessi speciali per lavorare in UK?

Al giorno d’oggi non è possibile rispondere a questa domanda in quanto dipenderà molto dagli accordi che si stipuleranno nel caso vincesse il “Leave the European Union”. Sicuramente per noi italiani non sarà più semplice andare a lavorare a Londra e nel resto del Regno Unito come lo è attualmente, ma ancora è impossibile sapere con esattezza quali saranno i cambiamenti. Questo è anche uno degli aspetti che più interessa ai cittadini britannici perché se il governo decidesse di imporre restrizioni lavorative, come l’UKIP vorrebbe, poi anche le altre nazioni potrebbero decidere in egual misura con i lavoratori britannici.

Nel caso vincesse il “Leave the European Union “, quanto tempo ci vorrà prima che il Regno Unito metta in atto i cambiamenti? 

Il periodo di transizione sarebbe di due anni. Durante quel periodo la Gran Bretagna dovrebbe continuare a rispettare i trattati e le leggi dell’Unione Europea, ma non potrà prendere parte a nessun processo decisionale.

 

Il Parlamento potrebbe bloccare l’uscita UE anche se il popolo votasse per l’uscita?

Tecnicamente i parlamentari potrebbero bloccare l’uscita dall’Unione Europea, ma sarebbe visto come un grande smacco per la democrazia nazionale. Quindi il risultato del referendum non è legalmente vincolante, ma in pratica sarà quasi impossibile che il Parlamento si comporti in maniera diversa da ciò che il popolo ha deciso.

 

Quali sono le regole per la campagna elettorale?

La Commissione elettorale ha il compito di fare in modo che ci sia una gara equa. Le due parti avranno accesso ad una sovvenzione fino a £ 600.000 ed un limite di spesa consentito e complessivo di 7 milioni di sterline. Il periodo ufficiale della campagna sarà dal 15 Aprile al 23 Giugno.

 

Che impatto avrebbe la vittoria dell’uscita dall’Unione Europea sui prezzi delle case, soprattutto di Londra?

Questa è una di quelle domande che non possono avere una risposta chiara. Nel caso in cui il Regno Unito uscisse dalla UE ci sarebbero così tanti cambiamenti anche a livello economico che rende impossibile una valutazione del mercato immobiliare. Sicuramente qualcosa cambierebbe, ma difficile dire come e in che misura.

Questo articolo si è ispirato dall’articolo pubblicato dalla BBC, traducendolo e riportando le informazioni più interessanti per noi italiani.