Abbiamo il piacere di parlare con Alessia, ragazza che ha lasciato l’Italia e tutto ciò che aveva per crearsi un futuro. Benvenuta Alessia, raccontaci perchè hai lasciato il nostro paese.
Principalmente per lavoro.
In Italia era diventato impossibile trovare un lavoro con un contratto che si potesse definire tale e uno stipendio dignitoso. Dopo essermi laureata ero piena di sogni e ambizioni, e mai avrei pensato all’ipotesi di lasciare la mia amata Genova (al massimo pensavo a Milano) e vivere altrove.
Con il passare dei mesi e l’arrivo delle prime fregature (avanzo ancora 3000 euro da un mio ex datore di lavoro), e l’interruzione di un progetto a cui ho dedicato tempo ed energia ho deciso di mollare tutto e provarci. A quasi 30 anni volevo semplicemente vivere una vita normale. Avere un lavoro che mi permettesse di godermi la mia gioventù, pagarmi le bollette e godermi il mio tempo libero. Si lavora per vivere e non il contrario. In Italia oltre a non esserci lavoro se per qualche meravigliosa coincidenza astrale lo trovi devi poi lavorare più ore dell’orologio e rinunciare a tutto il resto. Ecco, io mi ero stancata di tutti questi meccanismi e ricatti!
Di che città sei?
Sono di Genova…quindi mare, caldo e sole!
Quando hai lasciato l’Italia avevi già un lavoro o sei partita all’avanscoperta?
Sono partita il primo febbraio 2012 senza nulla! Ero già venuta un paio di mesi prima con il mio ragazzo a “tastare il terreno”, ma da subito avevamo capito che per trovare qualcosa bisognava trasferirsi, visto che non avevamo due high skills profiles. Quindi abbiamo impacchettato tutte le nostre cose, restituito casa e comprato un biglietto di sola andata!
Come ti sei organizzata? Conoscevi qualcuno? Hai vissuto i primi giorni in ostello? Come ti sei mossa appena arrivata?
I primi 2 mesi siamo stati ospiti di una mia cara amica, quindi il passaggio ostello/ricerca casa abbiamo avuto la fortuna di saltarlo. Arrivati qui con il cv già tradotto e i diversi attestati e lettere di referenze (qui vogliono le prove dei tuoi studi ed esperienze passate) abbiamo iniziato a contattare le agenzie di lavoro per stranieri e ad applicare a tutte le offerte possibili e immaginabili. Per un mese è stato quello il nostro lavoro: mandare cv! E ovviamente studiare in preparazione dei colloqui. Dopo una settimana abbiamo iniziato ad avere colloqui conoscitivi con le agenzie, che a loro volta hanno iniziato a girarci offerte in linea con i nostri profili. Io in due mesi ho fatto tre colloqui e tutte e tre le volte sono stata presa! Ho solo dovuto scegliere la posizione che mi piaceva di più.
Quando sei partita, c’è stato qualcuno o qualcosa che ha cercato di ostacolarti?
I miei genitori non erano contenti, soprattutto mia madre. Vedere andare via la propria unica figlia non è mai facile. Non lo è stato neanche per me. I primi mesi oltre all’eccitazione della nuova vita c’era molta malinconia. Abituarsi a vivere lontani e parlare solo tramite computer è stata la parte più dura, e ancora lo è anche se con il tempo ci si abitua un pò.
Quando hanno iniziato ad arrivare i primi risultati anche mia mamma ha iniziato a convincersi che forse avevo fatto la scelta giusta. Sentendo i miei racconti e venendo poi a trovarmi e ha capito definitivamente che la qualità della vita qui è decisamente migliore e che non avrei potuto scegliere meglio.
E perchè hai scelto l’Olanda?
Ero stata in vacanza ad Amsterdam 8 anni prima e ne ero rimasta folgorata. L’Olanda, anzi i Paesi Bassi, è un paese bellissimo. C’è molto verde, ci si muove in bicicletta e pur essendoci un clima pessimo c’è molto contatto con la natura. Quindi ho scelto l’Olanda principalmente perché mi piaceva. Se poi aggiungiamo che quasi tutti parlano l’inglese (quindi non sei costretto nell’immediato a imparare l’olandese), ci sono molte aziende multinazionali e quindi molta richiesta di diversi native speakers, è un paese cosmopolita ma non caotico, i servizi funzionano e i mezzi di trasporto anche, capisci che è attualmente una delle mete migliori in Europa in cui trasferirsi.
Quando sei partito come era il tuo livello di inglese e della lingua locale?
L’olandese era a zero e tutt’oggi continua ad esserlo, purtroppo. Tranne giusto qualche parolina qui e là. Per quanto riguarda l’inglese invece credo di essere migliorata molto, o almeno lo spero. Lavoro in’agenzia di viaggi internazionale e parlo inglese 8 ore al giorno, con i clienti e i colleghi…e tutti mi capiscono, quasi sempre!
All’inizio ho recuperato il libro di inglese delle superiori e mi sono messa sotto con la grammatica, poi vivendo qui lo impari per forza. La tv offre spesso programmi in inglese. Essendoci molti expat capita di sentire parlare inglese anche sul treno o autobus (ad Amsterdam capita più di sentire parlare italiano 🙂 ). Tutto ciò che è burocrazia (iscrizione, banca, tasse) non sapendo l’olandese lo fai in inglese.
Quindi per forza di cose se prima il mio inglese era arrugginito ora è sicuramente più fluente, anche se si può sempre migliorare.
Quali secondo te sono gli aspetti positivi, nel settore lavorativo e nella tua vita privata, che qui trovi mentre in Italia no?
Sicuramente in Olanda c’è molto più rispetto . Rispetto delle persone, rispetto delle regole, rispetto dei diritti. RISPETTO! Cosa che in Italia non sappiamo più cosa significhi. Ormai è una giungla dove tutti pensano solo a cavarsela in qualche modo.
Al lavoro vengo formata e seguita continuamente. Con la mia team leader fissiamo degli obbiettivi semestrali che poi controlliamo di aver raggiunto. Ho avuto diversi training per far si che la mia professionalità e formazione aumentasse e migliorasse.
C’è molta più attenzione alla persona e a quelli che sono i tuoi bisogni.
Il fatto di avere un lavoro ben retribuito e appagante si riflette poi nella vita privata che indubbiamente è più serena. Questo è il motivo secondo me per cui la gente qui SORRIDE e SALUTA!
Certo non è tutto oro quel che luccica! Il clima olandese è insopportabile… e spesso l’integrazione con gli autoctoni non è cosa facile.
Gli olandesi sono sì molto gentili, ma sono anche freddi e individualisti. Avere amici veri olandesi su cui poter contare non è proprio una passeggiata. E anche convivere con loro e la loro cultura a volte è difficile. Diciamo che sono un pò ottusi e poco flessibili. Con questo non voglio affatto criticarli e chi lo fa e vive qui mi fa ridere. Di fatto l’Olanda è un paese che funziona, l’Italia no, e questo è il motivo per cui tutti ce ne siamo andati.
E cosa ti manca dell’Italia?
L’Italia mi manca tantissimo anche se, vista la situazione attuale, non so se ci tornerei.
Potrei farti una lista e cercare di scattare per te delle fotografie di ciò che mi manca di più:
Gli affetti!
Gli amici di una vita.
Le mie vecchie abitudini.
La mia lingua, anche se a volte è meglio non capire le cavolate che la gente dice.
Il tramonto sul mare.
La mia città ( il mare, i vicoli, la focaccia calda, la vista dal righi, incontrare sempre qualcuno che conosci)
Grazie mille Alessia, crediamo che questa intervista aiuterà molte persone che si trovano nella tua stessa situazione in cui ti trovavi prima di partire. E seguitela nel suo blog http://netherlandschiamaitalia.wordpress.com/