Ciao Riccardo, grazie per il tempo che ci concedi. Non perdiamo tempo e cominciamo con la classica domanda: Perchè hai lasciato l’Italia?

Il discorso è complicato. Tutto è iniziato 10 anni fa dopo aver fatto l’erasmus in Spagna. Avevo 23 anni e vedere il mondo da un’altro punto di vista mi ha cambiato la vita.
Dopo essermi laureato in Ingegneria elettrica all’università di Cagliari nel 2003 e aver lavorato come ingegnere fino al 2006 avevo capito che continuando in quel modo sarei diventato come i miei colleghi senza capelli la pancetta e stressati dal pensiero di pagare le rate della casa e della macchina.

Così ho mollato tutto e sono partito in Irlanda, a Cork a fare un corso di inglese, alla fine ci sono rimasto 6 mesi ed ho lavorato nel booking department di una grossa compagnia alberghiera. Da allora è inziato il mio pellegrinaggio. Nel frattempo ho lavorato nel settore turistico, ho fatto un corso di comunicazione finanziato dall’unione europea, un Master in International Tourism Management grazie ad una borsa di studio della regione sardegna, ho fatto un internship a Panama ed ora sono Customer Relation Manager per una importante destination management company asiatica.
Ho lasciato l’italia perchè dentro di me sentivo la voglia di scoprire il mondo!

Notizie VietnamDi che città sei?

Io sono nato e cresciuto a Monastir, un paese di meno di 5000 abitanti a 20km da Cagliari in Sardegna. Ho fatto le scuole superiori (istituto tecnico industriale) e l’università (ingegneria elettrica) a Cagliari.

Quando hai lasciato l’Italia avevi già un lavoro o sei partito all’avanscoperta?

La prima volta, come dicevo prima, quando sono partito in Irlanda ero in avanscoperta! Tutto da solo! Ho avuto una piccola assistenza da parte una piccola agenzia gestita da un ragazzo italiano che per 2 lire mi aveva trovato sistemazione ed era venuto a prendermi in aeroporto.
Quando sono andato a Panama avevo organizzato tutto tramite la business school dove ho fatto il Master ed invece sono arrivato ad Hanoi in Vietnam, dopo aver firmato il contratto! Ci tengo a sottolineare che avevo trovato il lavoro in una inserzione su internet ed ho effettuato vari colloqui al telefono e su skype.

Come hai fatto a trovare lavoro dall’Italia?

Molto semplice. Se sai quello che vuoi fare è tutto più semplice. Io cercavo un operatore inbound che cercasse una figura professionale con almeno tre lingue Italiano/spagnolo/inglese disposta a trasferirsi in Asia. Tra le varie offerte disponibili ero stato contattato da un operatore in Cina, uno in Thailandia e giust’appunto Vietnam. Alla fine dopo i vari colloqui telefonici e su skype diciamo che è stato il Vietnam a scegliere me.

Perche hai scelto il Vietnam?

Come ho detto prima, è stato il Vietnam a scegliermi. Io volevo andare in Asia. Cina ,  Corea del Sud e thailandia erano le mie mete. Alla fine è stato il Vietnam a scegliermi e nel giro di qualche giorno la mia vita è stata completamente rivoluzionata.

Quali secondo te sono gli aspetti positivi, nel settore lavorativo e nella tua vita privata, che qui trovi mentre in Italia no?

Bhe! E’ molto facile risponderti. Quando sei all’estero, o meglio fuori dall’europa, e sei Italiano  parli 3 o 4 lingue, hai una esperienza lavorativa multisettore, hai un back ground culturale dovuto al percorso di studi di medio/alto livello, la gente ti rispetta!
Non hai bisogno di essere amico, cugino, parente di qualcuno per accedere a posizioni di rilievo. Questo fatto, che in Italia non esiste, non fa che accrescere la tua autostima perchè ti rendi conto che tutti i sacrifici fatti da te, e dalla tua famiglia, sono serviti a qualcosa, sono serviti a proiettarti nel mondo, al difuori delle quattro mura ammuffite che circondano l’italia da almeno 15 anni.
Mio padre, un ex operaio di 60 anni ormai in pensione e mia madre, una “semplice” casalinga   hanno lavorato tutta la vita per allevare ed istruire tre figli maschi. Io sono il maggiore, gli altri due sono laureati uno in architettura e l’altro in economia ed anche loro altalenano la loro vita all’estero.
“Per fortuna” non siamo figli di ingegneri, avvocati, notai o uomini politici ma apparteniamo a quella classe media operaia FIERA che per riuscire ad affermarsi deve sgomitare, fare tanti sacrifici e non abbassare mai la testa. Ma che sa ottenere quello che vuole senza accettare nessun compromesso!

Cosa ti manca dell’Italia?

Negli ultimi 4 anni sono stato in Irlanda, Uk, Danimarca, Svezia, Croazia, Slovenia, Argentina, Panama, Thailandia, Laos, Cambogia e Vietnam.
A Maggio tornerò in Sardegna per vedere la mia famiglia ed i miei amici di sempre, ma solo per un paio di settimane, poi tornerò qui a continuare la mia avventura.
Cosa mi manca dell’Italia? Mi manca quell’immagine malinconica e romantica di una Italia fiera che veniva rappresentata affettuosamente come pizza mandolino mamma, esportatrice di cultura, buone maniere a galanteria e che è stata sostituita da scandali politici, prostituzione e bigottismo.

Grazie mille Riccardo, vuoi aggiungere altro a questa interessante intervista?

Si, spero di non essere stato troppo duro, ad ogni modo permettimi di dare un consiglio ai piu giovani.
Se siete ancora all’università, fate l’erasmus.
Se state decidendo che vacanza fare, fatevi un inter rail in giro per l’europa!
Se vi siete appena laureati partite immediatamente a costo di fare i lava piatti!
Se come me ad un certo punto vi accorgete che nella vostra vita c’è qualcosa che non va…affrettatevi a cambiarla! Altrimenti cadete nella trappola del come quando si vuole smettere di fumare…non è mail il giorno giusto…
Molti mi dicono… “tu hai avuto coraggio, mai non lo so se voglio vivere per sempre fuori” questa è la più grande sciocchezza che abbia mai sentito. La maggior parte della gente pensa che lasciando l’Italia possa perdere qualcosa mentre invece ci può solo guadagnare.
Il mio obbiettivo e tornare in Sardegna, tra qualche anno, ed investire la mia conoscenza e la mia professionalità in qualcosa in cui credo, ma non è ancora arrivato il momento giusto…è come quando si vuole smettere di fumare!

Che dire di più…speriamo proprio che i giovani che ci seguono, leggendo questa intervista, trovino il coraggio di prendere e partire! Grazie ancora