Dopo diversi anni mi è capitato di passare qualche giorno d’estate nella mia cara Italia. Che bello rivedere amici e parenti, passare ore a tavola a chiacchierare e scherzare mangiando prelibatezze uniche e bevendo ottimo vino (adoro il vino bianco italiano). Mi piace il nostro paese anche per la posizione strategica che ricopre in Europa.
Abituato oramai a Cape Town e Sydney dove bisogna fare viaggi lunghissimi per poter raggiungere qualsiasi altra nazione, in Italia con i voli lowcost puoi andare in tutte le altre nazioni europee. Ma una volta passata la prima (massimo seconda) giornata a raccontare gli episodi più divertenti e curiosi, il tema finisce su temi più seri ed importanti. E qui esce il tasto dolente italiano.
E allora comincio a parlare della mia vita all’estero, del mio lavoro, dell’ambiente e del rispetto che ricevo in ufficio e gli amici mi guardano con viso meravigliato, come se ciò che racconto appartenesse ad un mondo inesistente.
Sono convinto che gli italiani non si rendano conto delle reali condizioni del nostro paese. Personalmente non riuscirei mai a tornare a vivere e lavorare qui. Non è soltanto una motivazione di mancanza di lavoro, ma anche una questione di stile di vita ed ideali. Come posso far crescere un figlio in una nazione dove nessuno crede più in niente, non si crede nei politici, giornalisti, professori e non ci fidiamo più nemmeno del vicino di casa? A voi l’ardua sentenza.