Il nostro amico Mauro vuole dire la sua sulla situazione italiana e sulle esperienze all’estero. 30 anni, una laurea in Scienze Politiche presso l’Università degli studi di Milano, stage post laurea di 7 mesi presso la Qantas Airways a Sydney. Ci tiene a ribadire che lo stage non era retribuito e dopo l’orario (9-17) andava a lavorare come cameriere in un ristorante per mantenersi. Ora vive a Cape Town, si trova benissimo, gli piace molto il suo stile di vita fatto di lavoro in ufficio e surf ogni sabato. Ancora ricorda con tristezza il periodo in cui era dovuto tornare in Italia per vicissitudini personali. In questo periodo lavorava come stagista (retribuito a 500 euro al mese), ma tutto ciò che gli veniva chiesto di fare erano fotocopie, fax e portare la posta nei vari uffici.Non regalare motorino cellulare ma corsi di ingleseOggi ha un lavoro a tempo indeterminato, si gode la sua vita, gli amici, il paese, la città, le spiagge e tutto ciò che Cape Town ha da offrire.

Perché ci ha voluto raccontare la sua storia a grandi linee? Per far capire (o almeno è ciò che spera) che non si deve perdere tempo e non bisogna lamentarsi. Lamentarsi non risolve nessun problema, soprattutto in un contesto come quello italiano che difficilmente cambierà o per lo meno un cambiamento in positivo è ancora molto lontano. Mauro dice: “Noto che ancora molti italiani non hanno capito in che situazione vive la nostra nazione. Devo purtroppo dire che dall’estero si nota che la situazione del nostro paese è molto più critica di quello che gli italiani pensino. Purtroppo se gli italiani ancora non si sono resi conto della gravità è anche perchè la TV è il mezzo di comunicazione preferito e tende ad uniformare ed influenzare il pensiero di chi la guarda.”

Ed aggiunge che nota con dispiacere anche il fatto che i genitori d’oggi siano ancora degli incoscienti ed irresponsabili nei confronti dei propri figli per quanto riguarda lo studio della lingua inglese e delle lingue straniere in generale. Saper parlare inglese è un’ottima chiave per salvarsi. Ci si dovrebbe rendere conto che i giovani che si apprestano ad affrontare il mercato del lavoro non possono guardare soltanto al mercato italiano, oramai troppo misero. L’inglese e anche un’altra lingua potrebbero aiutarli a trovare un lavoro dignitoso come Mauro stesso è riuscito a fare dopo la carriera universitaria. Invece che comprare ai vostri figli il motorino, il telefonino all’ultima moda o vestiti firmati, regalategli vacanze studio (vacanze intelligenti, cioè con alloggio in famiglia e mai partire in gruppo).

Mauro è molto duro anche quando gli chiediamo quali siano i rischi di cercare un lavoro all’estero: “Non si rischia assolutamente nulla, il peggio? Si torna a casa dalla mamma che ci accoglierà sempre a braccia aperte, dopotutto siamo italiani. Ma volete pensare così fino a cinquanta anni? Volete vivere a casa dei vostri genitori e non avere mai il piacere di essere indipendenti? Volete “svegliarvi” una mattina e rimpiangere la scelta NON presa perché avevate paura di rischiare? Ma rischiare cosa?

Rischiare di non esservi confrontati con un contesto internazionale, rischiare di dimostrare a voi stessi quanto valete, rischiare di innamoravi di un luogo e volerlo chiamare “casa”, rischiare di trovare un amico che viene dall’altro angolo del pianeta che fino al giorno prima non sa nulla di voi, ma che fin dal primo momento vi rispetta e farebbe di tutto per conservare questa nuova amicizia, rischiare di chiamare i vostri amici rimasti a casa e dirgli ”sapete, ho trovato lavoro, a 10 ore di aereo da casa, ma mi sento molto realizzato. Scusatemi, ma a me questo rischio piace da matti.”

PS: Prima di partire per un lungo viaggio…porta con te la voglia di non ritornare, perché è questa la chiave per sfondare.