Ecco lo stralcio di un articolo pubblicato oggi da Repubblica versione online. Il problema in Italia non è solo trovare lavoro, ma anche non arrivare alla fine del mese con lo stipendio. Non si parla più di risparmiare. E allora ci e vi chiediamo, che futuro ha una nazione che non riesce a risparmiare?

Fonte: Repubblica.it

MILANO – A marzo la forbice tra l’aumento delle retribuzioni contrattuali orarie (+1,2%) e il livello d’inflazione (+3,3%), su base annua, tocca una differenza di 2,1 punti percentuali, che rappresenta il divario più alto dall’agosto del 1995, quando era di 2,4 punti percentuali. Lo rileva l’Istat.

Non arrivare alla fine del mese“E’ la conferma di quanto dice la Cgil, la condizione di reddito dei lavoratori continua a peggiorare” attacca il leader del sindacato Susanna Camusso 1che aggiunge: “I lavoratori pubblici sono al quarto anno di blocco contrattuale mentre i contratti del lavoro privato si rinnovano con grande difficolta”. E, infatti, proprio l’istituto di statistica certifica che un dipendente su tre è ancora in attesa del rinnova contrattuale: a marzo, risultano in attesa di rinnovo 36 accordi contrattuali, di cui 16 appartenenti alla pubblica amministrazione, relativi a circa 4,3 milioni di dipendenti (circa 3 milioni nel pubblico impiego), il 32,6% della forza lavoro. E continua a salire la media dei mesi di attesa per i lavoratori con il contratto scaduto, arrivata a 27 mesi rispetto a 15,2 mesi che si aspettavano nel marzo 2011.

Articolo originale: http://www.repubblica.it/economia/2012/04/24/news/si_allarga_la_forbice_salari-prezzi_divario_a_massimi_dal_1995-33846004/?ref=HREC1-3.