Le difficoltà nel trasferirsi all’estero

“Perché vuoi partire?”

“Ma sai quali possano essere le difficoltà nel trasferirsi all’estero?”

“Devi solo avere pazienza, qualcosa arriverà”

“Vedrai che le cose cambiano”.

“Ve ne state andando tutti”.

Queste sono le frasi  più ricorrenti che mi vengono rivolte da certi dispensatori di consigli, quelli che hanno deciso di indossare l’abito dei coraggiosi che decidono di rimanere (io, invece sono la vigliacca che volta le spalle alla sua terra, mah!).

“Eh ma bisogna anche sapersi accontentare”.

Accontentarsi significa forse aver investito tempo e passione in un lavoro e, a distanza di due anni non aver ancora ricevuto il saldo???

Accontentarsi vuol dire partecipare ad una selezione in cui la prova di conoscenza della lingua viene somministrata e valutata da chi, probabilmente, le lingue non le ha mai studiate???

Accontentarsi è sinonimo di fare tutto “aggratis”???

“Eh ma lasci i tuoi, gli amici di sempre, il tuo ragazzo …. Non credi che soffriranno?”

Solo i pochi, anzi i pochissimi ti chiedono “Come ti senti? Sei pronta ad affrontare questo nuovo percorso?”. Nella mente dei Le difficoltà nel trasferirsi all'esterotanti c’è, infatti, l’assurda convinzione che chi parte sia “dopato” di entusiasmo, energia positiva e determinazione, pronto a spaccare il mondo!

“Beh sì, effettivamente sono felicissima di lasciare tutti i miei affetti più cari, di andare in un Paese in cui non conosco nessuno, sapere che dovrò trascorrere intere giornate in giro per cercare casa, sapere di essere sola, sarò stracontenta di sentirmi straniera, di non padroneggiare perfettamente la lingua, di affrontare un sistema che non conosco. E comunque se credere di aver ragione possa farvi sentire meglio, allora sì, lo ammetto, mettersi alla prova in una situazione del genere significa essere vigliacchi”.

Carissimi coraggiosi che avete deciso di rimanere …

Lo dico nel caso in cui non vi fosse ancora chiaro … partire per tentare una nuova strada altrove non è soltanto una questione di valigia … “cosa mi serve, cosa porto, meglio avere 2 paia di scarpe, porto anche l’ombrello, il phon, una giacca più pesante, il bagaglio a mano non deve superare tot chili..”

I momenti più difficili sono esattamente quello in cui si fa questa scelta (e credetemi, non avviene su due piedi) e quello in cui, dopo aver riempito la valigia di abiti e accessori, il bagaglio va riempito di speranze, sogni, aspettative, dubbi, ripensamenti, paure … a quel punto il passo più difficile è resistere alle incertezze dell’ultimo minuto e non tornare più indietro. Per quanto si possano avere intorno persone care che ci  accompagnano in questo percorso, in quei momenti  si è soli con se stessi.

Detto ciò, evitate di riversare le vostre insicurezze, i vostri dubbi esistenziali, la vostra consapevolezza di non essere in grado di fare un passo simile, su chi, invece, ci sta provando. E visto che siete i coraggiosi che hanno deciso di rimanere, tenetemi aggiornata sui vostri sviluppi. Quando saprò che avrete salvato la patria, sarò la prima a riconoscere il vostro valore!

 

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