Purtroppo dobbiamo darvi una brutta notizia: l’Italia non è uscita dalla crisi. Quando tempo fa scrivevo che non bisognava credere a chi diceva che l’Italia era uscita dalla crisi e che i Media italiani volevano “addolcirci” la pillola venivo tacciato (da qualcuno) di essere solo pessimista, ma, purtroppo, le notizie degli ultimi giorni stanno confermando che non solo avevo ragione, ma che bisogna iniziare a preoccuparsi seriamente.
L’ultimo dato emerso dalle statistiche ISTAT ci dice che il PIL nazionale per il primo trimestre del 2014 ha nuovamente il segno negativo. E se ci aggiungiamo il fatto che in Italia nello stesso periodo hanno chiuso una media di 40 societá al giorno e che abbiamo raggiunto un nuovo record di fallimenti, capiamo che la situazione sta toccando la soglia della tragedia.
L’Italia è ancora in crisi
Ricordo che alla precedente statistica si era registrato un lieve aumento, dato che aveva scaturito un’esultanza considerata (da me) totalmente immotivata. Perché immotivata? Principalmente per due motivi. Il primo è di carattere economico, ovvero un aumento dello 0,1% non può essere considerato un dato che fa uscire una nazione da una crisi economica di portata così critica. L’altro, invece, è di carattere prettamente matematico. Basta poco per capirlo. Prendete un numero, toglietegli una percentuale e al risultato ottenuto aggiungeteci la stessa percentuale. Ora vi chiedo: sarete così tornati al numero di partenza, avrete un numero più alto a quello iniziale oppure il risultato sará inferiore?
Ovviamente il risultato è inferiore.
Non siete ferrati in matematica, vi siete persi e non avete capito il concetto?
Non preoccupatevi, ora cercherò di spiegarlo con dei numeri:
Facciamo questo esempio, prendiamo il numero 100, gli togliamo il 20% (il 20% di 100 è 20). Per cui 100-20=80.
Ora a questo 80 gli aggiungiamo di nuovo il 20% (il 20% di 80 è 16). Per cui 80+16=96.
Quindi riassumendo, partiamo da 100, gli togliamo 20%, ci aggiungiamo il 20% ed invece che tornare al numero iniziale abbiamo soltanto 96. Più chiaro ora? 🙂
Quindi se in un trimestre perdiamo lo 0.1% e nel successivo ci dicono che abbiamo guadagnato lo 0.1%, nel totale dei 6 mesi avremo comunque una perdita.
Ed infatti se invece di prendere in considerazione il dato trimestrale, guardiamo il dato annuale, le cose non migliorano assolutamente. Se il dato dei primi tre mesi dell’anno corrente segna un meno 0.1%, quello degli ultimi 12 mesi segna un negativo pari allo 0.5%.
Notate bene che in valori assoluti il valore del PIL è il più basso degli ultimi 14 anni.
E se la situazione è così negativa possiamo dire che è colpa dell’Europa visto che anche le altre nazioni stanno vivendo ancora un periodo di discesa? A quanto pare non possiamo nemmeno buttare la colpa fuori dai nostri confini.
Infatti nelle stesse statistiche sono stati pubblicati anche i dati di altre nazioni europee. Fra quelle col segno positivo troviamo la Germania, Regno Unito ed Austria, ma sorprendentemente anche la Spagna e la Grecia.
Per cui ragazzi, evitando ogni discorso disfattista e allarmista, cerchiamo di prepararci al mondo del lavoro internazionale studiando molto bene le lingue e aggiornandoci con gli ultimi sistemi informatici. Solo così facendo saremo pronti in caso nel nostro territorio non si riesca più a trovare un’occupazione.
E se la crisi busserà alla nostra porta? Noi non ci faremo trovare impreparati!