Tomcat USA, questo è il nickname che usa in internet e anche per il suo blog, è un ragazzo italiano in Cina e noi abbiamo avuto la fortuna di parlarci. Trasferirsi in Cina non è assolutamente facile, il paese è in forte sviluppo economico, ma allo stesso tempo è molto “distante” dall’Europa. Sentiamo quindi il nostro Tomcat USA (che nei prossimi giorni aggiungerà un pezzo importante alla nostra collezione di blog degli italiani all’estero) cosa ci racconta.
Ciao, benvenuto su Viviallestero.com . Iniziamo subito con la classica domanda: perchè hai lasciato l’Italia?
L’Italia l’ho lasciata tre volte, sempre in qualche modo per caso nel senso che non avevo pianificato a priori di andare a vivere all’estero.
Si sono presentate delle opportunità che ho deciso di cogliere per una crescita professionale più rapida ma anche (e forse soprattutto) per spirito d’avventura. L’unica differenza è che le prime due volte (USA e Cina) ho scelto io di accettare le proposte di trasferirmi all’estero che mi venivano presentate ma avrei anche avuto la possibilità di rimanere in Italia. La terza volta invece (ancora Cina) tutte le proposte che avevo erano per la Cina. Ormai avevo il marchio “Cina” addosso e l’unica scelta che potevo fare era in che zona della Cina volevo andare…
Di che città sei?
Io sono di Padova… Ma se fai la stessa domanda ai miei figli avranno grossi problemi a risponderti…
Quando hai lasciato l’Italia avevi già un lavoro o sei partito all’avanscoperta?
Sono partito sempre con un lavoro ben definito… Va bene che mi piace l’avventura ma con moglie e figli a seguito ti sposti solo se dall’altra parte sai già cosa vai a fare.
Come ti sei organizzato per partire? Conoscevi qualcuno? Come ti sei mosso appena arrivato?
Tutte tre le volte dall’altra parte c’era sempre un avamposto dell’azienda per cui sarei andato a lavorare che mi ha dato una mano a sistemarmi. Inoltre, prima del trasferimento definitivo, ci sono sempre stati diversi viaggi esplorativi per iniziare a capire dove si andava a finire, come ci si sarebbe organizzati, per trovare casa, scuole ecc. In questo è fondamentale portare almeno una volta anche la moglie o compagna in avanscoperta… Loro sono molto più brave in queste cose. Un appello ai mariti che stanno pensando di trasferirsi con la famiglia da qualche parte: Astenetevi assolutamente dal scegliere la casa o comunque la sistemazione. Lasciate che sia vostra moglie a farlo altrimenti vi ritroverete con grossi grattacapi da risolvere…
Perchè hai scelto di trasferirti in Cina?
La prima volta che mi sono trasferito avevo ricevuto una proposta per fare qualcosa di simile a quanto avevo fatto negli Stati Uniti per cui mi piaceva l’idea di vedere se riuscivo a fare la stessa cosa dall’altra parte del mondo in un contesto che sarebbe stato del tutto diverso… almeno così avevo sentito dire perchè in realtà quando ho accettato l’offerta per la Cina, in Cina non c’ero mai stato. La seconda volta invece, come ho detto prima, non potevo far altro che scegliere dove in Cina in quanto tutto quello che mi veniva proposto era per la Cina. I motivi sono secondo me due strettamente correlati tra loro: il primo motivo molto banalmente è che in Cina in questo momento lo sviluppo industriale generale e del mercato interno è qualcosa di indescrivibile se non lo si vede con i propri occhi, per cui il numero delle aziende che hanno interessi in Cina cresce di pari passo e di conseguenza anche la richiesta di personale disposto a trasferirsi. Il secondo motivo è che ormai la mia caratteristica principale è l’aver lavorato per anni all’estero e in particolare in Cina che è un posto decisamente particolare e piuttosto complicato da affrontare soprattutto dal punto di vista lavorativo. Il fatto che io abbia già vissuto e lavorato in Cina ormai da quattro anni, è di fatto la caratteristica principale del mio CV e le aziende mi chiamano per questo… Del resto se qualcuno dice di essere un idraulico difficilmente lo chiamano per installare l’antenna della televisione…
Com’era il tuo cinese prima di partire?
Il mio cinese era (e potrei dire è) nullo. Ancora oggi, dopo quattro anni, boffonchio solo qualche frase sconnessa alle quali i cinesi sorridono più per cortesia che per altro… Ma imparare un cinese basico è possibile: mia moglie e i miei figli lo parlottano abbastanza da potersi far capire.
Quali secondo te sono gli aspetti positivi, nel settore lavorativo e nella tua vita privata, che qui trovi mentre in Italia no?
Dal punto di vista lavorativo il fatto di trovarsi in Cina implica che sei immerso in una realtà in grande sviluppo e in continuo cambiamento che, attraverso le innumerevoli difficoltà che ti si presentano quotidianamente, rende il tutto estremamente stimolante… Se ti piace calma e routine la Cina non fa per te. La stessa cosa si ripercuote anche nella vita privata in quanto sei a contatto con un ambiente totalmente diverso da quello a cui sei abituato in Italia dando a te e alla tua famiglia una esperienza e un’apertura mentale che in Italia fatalmente non puoi acquisire. I miei figli sono di fatto cittadini del mondo (qualcuno potrebbe obiettare “senza radici”…) ma credo che alla fine per il loro futuro questo sarà sicuramente un vantaggio piuttosto che uno svantaggio.
Cosa ti manca dell’Italia?
Mah… dopo tanti anni (ormai sono dieci anni che sono fuori dall’Italia) quando ritorno in Italia ho come la strana sensazione di essere ospite a casa mia nel senso che, pur riconoscendo il paese in cui sono nato e cresciuto, vengono a mancare gli “automatismi” di vita quotidiana propri di quando si vive stabilmente in un paese. Rivedo volentieri familiari e qualche vecchio amico ma alla fine l’Italia ti manca come ti manca un paese in cui si va in vacanza per qualche settimana all’anno. E’ chiaro che cose semplici tipo poter entrare in un supermercato e trovare tutto quello che cerchi senza difficoltà o poter passeggiare e prendere un aperitivo nel centro storico della mia città sono cose che qui in Cina ricordi con piacere ma alla fine i miei interessi e la mia vita ormai sono qui. Alle volte mi potrai sentir dire “Ah… in Italia c’è questo e c’è quello…” ma alla fine, a ben vedere, si tratta solo di frasi di circostanza… 🙂