Oggi abbiamo il piacere di parlare con MariaChiara, già conosciuta ai nostri lettori per il suo blog “MariaChiara da Amburgo”.

Ciao MariaChiara, come sempre iniziamo la chiacchierata chiedendoti il perché hai lasciato l’Italia.

Mi definisco un cuore in fuga.  Il mio profilo è abbastanza cliché: galeotto fu l’Erasmus a Jena nell’anno accademico 2003-2004, durante il quale ho conosciuto il mio biondino Sven. Prima di partire ero una studentessa di Lettere alla Statale di Milano e avevo deciso, ingenuamente e fin troppo ambiziosamente, che avrei intrapreso la carriera universitaria (quindi dottorato e scalata verso una cattedra di linguistica italiana). Poi l’ultimo giorno disponibile ho deciso di mandare la domanda per l’Erasmus, senza sapere esattamente cosa fosse. Mi hanno presa. Sono partita. Ho modificato radicalmente i piani, anche se per un po’ ho sperato di entrare a far parte della categoria dei cervelli in fuga cercando borse di studio in varie università tedesche.

Se mi chiedessero se me ne sarei andata dall’Italia anche senza il fattore “cuore-amore”? Non lo so e non me lo chiedo neanche. Per ora sono felice dove sono e con chi sono.

Di che città sei?

Sono di Milano – da intendersi “Milano Milano”. E prima del 2003 non avevo mai vissuto da nessun’altra parte: sempre nella stessa casa, nella stessa via, nella stessa vita.

Quando hai lasciato l’Italia avevi già un lavoro o sei partito all’avanscoperta?

Niente lavoro e niente programmi, sono partita all’avanscoperta.

E quindi come ti sei organizzata? Conoscevi qualcuno? Hai vissuto i primi giorni in ostello? Come ti sei mossa appena arrivata?

Io e il mio allora ragazzo – oggi marito – ci siamo trasferiti insieme ad Amburgo nell’ottobre del 2007. Un tempismo perfetto ha fatto sì che la laurea mia coincidesse con una vantaggiosa offerta di lavoro per lui. Durante la ricerca dell’appartamento siamo stati gentilmente ospitati da un’amica di famiglia che da sempre vive ad Amburgo.Italiani Germania

Perché hai scelto la nazione la Germania?

Ho scelto la Germania perché il tedesco era l’unica lingua straniera che avevo studiato a scuola. Come, non avevi fatto inglese? No. Sono uno dei pochi esemplari rimasti di ex liceale che non aveva inglese bensì tedesco come lingua straniera.

Quali secondo te sono gli aspetti positivi, nel settore lavorativo e nella tua vita privata, che qui trovi mentre in Italia no?

Per quanto riguarda il lavoro non so dire di preciso cosa sia meglio e cosa peggio dal momento che qui ad Amburgo ho trovato il mio primo lavoro dopo essermi laureata iniziando così una carriera professionale ben lontana dai piani di qualche anno fa. Confrontandomi però con i miei amici “italiani” posso dire che lo stipendio a parità di attività ed esperienza è notevolmente più alto (azzarderei un 25% in più) e l’organizzazione aziendale molto più flessibile.
Rispetto alla vita privata, invece, noto che gli affitti sono più bassi rispetto agli standard milanesi, fare la spesa costa meno, uscire a mangiare, a bere, a divertirsi è possibile anche se non si hanno molti soldi.
Ovviamente alcune cose costano di più: i mezzi pubblici per esempio. Però l’efficienza, la puntualità e il rigore tedeschi fanno chiudere un occhio. D’altra parte uscire a qualsiasi ora e sapere con certezza che c’è un mezzo che ti riporterà a casa senza farti aspettare un’eternità non ha prezzo.
Un’altra cosa molto positiva è sentirmi in qualche modo protetta: so che se dovessi perdere il lavoro potrei contare su un sussidio di disoccupazione sicuro e consistente e che in caso di necessità lo Stato è comunque pronto a intervenire. Questo è possibile in un Paese in cui l’evasione fiscale non è sistematica e in cui con un comportamento onesto tutti i cittadini si aiutano a vicenda, anche se indirettamente.

Cosa ti manca dell’Italia?

Il sole, gli affetti, la lingua.
Il sole perché qui ad Amburgo i giorni limpidi e caldi si contano su una mano soltanto. Gli affetti perché la mamma è sempre la mamma. La lingua perché ogni tanto per mandare a quel paese qualcuno ci vuole un sano “vaffa” e non le parolaccette educate che usano qui!

Grazie mille per il tempo che ci hai concesso, continueremo a seguirti nel tuo blog personale e sul blog che tieni sul nostro sito.