Abbiamo la fortuna di poter intervistare Debora, che vive da diversi anni in Libano. Anche lei ha un proprio blog e ci darà la possibilità di pubblicare qualche articolo per farsi conoscere ai nostri lettori e per farci capire come vive un’italiana a Beirut.

Cominciamo subito l’intervista con la classica domanda: Perchè hai lasciato l’Italia?

Sembrerà banale e scontato ma mi  hanno sempre incuriosito culture e modi di vivere diversi dal nostro. Tant’è che ho sposato uno straniero! Tanto più che vengo da un piccolo paesino dove non c’è molta possibilità di venire a contatto con gente diversa. Un paesino che mi stava un po’ stretto. Poi la spinta finale l’ha data un lavoro che non mi piaceva in una città che non mi piaceva.

Italiana a Beirut

Intervista a Debora, italiana a Beirut

Di che città sei ?

Sono nata e cresciuta im un paesino di 4000 anime nascosto nelle colline marchigiane, in provincia di Macerata. Ho vissuto un po’ a Roma, poi sono stata in Inghilterra, in seguito sono dovuta ritornare nelle Marche, ma a Senigallia, in provincia di Ancona.

 

Quando hai lasciato l’Italia avevi già un lavoro o sei partita all’avanscoperta?

Ho lasciato definitivamente l’Italia con mio marito. E lui aveva già un lavoro. Io poi ho cercato qualcosa quando sono arrivata qui in Libano.

 

Come hai fatto a trovare lavoro dall’Italia?

Era da tempo che dicevo a mio marito di voler partire e abbiamo iniziato a cercare annunci su siti specializzati. Mio marito è uno chef italiano, non è troppo difficile trovare lavoro con un cv come il suo.

 

Perchè hai scelto il Libano?

Bè, perchè l’offerta era buona e perchè è il paese di origine di mio marito. Ci ero già stata altre volte e mi era piaciuto molto. Eravamo aperti ad altri paesi, ma quando è arrivata questa offerta non ci abbiamo pensato più di tanto.

 

Com’era il livello del tuo inglese e della lingua araba prima di partire?

Il mio inglese era piuttosto buono. Ho frequentato diversi corsi dopo la scuola, ho vissuto 6 mesi con una ragazza australiana e sono stata 4 mesi in Inghilterra. L’arabo… è un tasto dolente. Ho frequentato un corso di arabo intensivo prima di partire, ma è arabo standard e serve a poco perchè poi ogni paese ha il suo dialetto. Oltretutto approfitto del fatto che a Beirut non serve perchè tutti parlano o l’inglese o il francese e così mi impigrisco e non mi sforzo più di tanto. Ma ho imparato molto da quando sono qui.

 

Quali secondo te sono gli aspetti positivi, nel settore lavorativo e nella tua vita privata, che qui trovi mentre in Italia no?

Adesso non lavoro perchè ho una bimba piccola, ma posso dire che lavorare qui o in Italia cambia poco. Anzi, nel settore ristorazione è forse un po’ peggio. Appena arrivata lavoravo come supervisor in un caffè e i ragazzi che lavorano in questo campo sono tutti studenti che lo fanno solo per arrotondare, non hanno molto a cuore il concetto di fare bene il proprio lavoro. Anche perchè se li licenziano trovano subito da un’altra parte. Non l’abbiamo fatto per il lavoro o per i vantaggi economici. Qui si vive bene, c’è sempre qualcuno pronto a darti una mano, c’è sempre tempo per un caffè dalla vicina, la gente è disponibile e gentile, c’è voglia di vivere e di divertirsi, il Libano è un paese che ti rimane nel cuore. Non sono frenetici come da noi. Poi certo, ci sono diversità culturali che a volte non mi spiego, ma le accetto così come vengono perchè non è il mio paese. E inoltre i libanesi adorano gli italiani.

 

Cosa ti manca dell’Italia?

I miei genitori, solo loro. Se potessi portarli qui sarei la persona più felice del mondo.