Ciao Francesco, benvenuto su Viviallestero.com
Ciao, grazie del vostro invito
Incominciamo con la prima domanda: Perchè hai lasciato l’Italia?
I motivi per cui ho deciso di lasciare l’Italia sono stati molteplici. Innanzitutto il lavoro che avevo non mi soddisfaceva e non gratificava la mia educazione scolastica. Poi la situazione economico/politica del Belpaese (bello forse tanti anni fa) non era (e non è) delle migliori.
In più non sopportavo il malcostume, tipicamente italiano, del clientelismo, specie nell’ambito lavorativo. Insomma vedevo gente senza titoli nè meriti che mi scavalcavano solo perchè magari conoscevano qualcuno ai piani alti dell’azienda o perchè avevano rapporti stretti coi sindacati. Queste assunzioni e/o promozioni “illuminate” si riescono a sopportare solo per un po’, dopo 3 anni (ci ho messo un po’ a capirlo) ho deciso che era il momento di cambiare aria se veramente volevo costruirmi un futuro.
Quando hai lasciato l’Italia avevi già un lavoro o sei partito all’avanscoperta?
La mia è stata una decisione lucida e ponderata. Lavoravo a Palermo in un call center da 3 anni e avevo raggiunto l’invidiabile (sic!) traguardo di un contratto di lavoro part-time a tempo indeterminato. Ovviamente, essendomi laureato (in giornalismo) a 24 anni, a 27 ho cominciato a chiedermi quali potevano essere gli sbocchi professionali per me li, in Sicilia. Dentro di me covavano sempre di più rabbia e rancore che venivano alimentati dall’arlecchinesca politica italiana (i DiCo che affondarono Prodi) e dalla sconfortante realtà lavorativa siciliana (feci quasi 2 anni di praticantato GRATUITO presso un magazine culturale online per poi sentirmi dire dal direttore responsabile che non avrebbe potuto mantenere la promessa di pagarmi le ritenute d’acconto per il tesserino da pubblicista, cioè loro hanno fatto finta di pagarmi per 2 anni e poi volevano pure che io pagassi di tasca mia le tasse su quel finto stipendio??? Ovviamente non ho accettato e ho mandato tutto a quel paese!). Ho presentato la lettera di dimissioni e ho fissato una data nella mia testa: 15 novembre 2008, quello sarà il giorno che lascerò l’Italia.
Come hai fatto a trovare lavoro dall’italia?
Avevo iniziato a mandare CV tramite internet, utilizzando per lo più siti come www.monster.it o www.bluelynx.com. Mi contattarono per alcuni colloqui telefonici. Poi passai il colloquio telefonico per una compagnia e mi chiesero se fossi stato disposto ad andare ad Amsterdam per il colloquio dal vivo e un test scritto. Andai a fare questo colloquio a fine ottobre 2008 ma andò male, non mi presero. Avevo comunque deciso di partire definitivamente il 15 novembre, con o senza lavoro. Un mio amico d’infanzia si era trasferito ad Amsterdam già da un anno quindi fu lui ad ospitarmi in quei giorni. Il caso volle che vivesse con un ragazzo francese che mi chiese se avessi mandato il mio CV anche nella compagnia dove lui lavorava perchè solitamente cercavano italiani capaci di parlare anche l’inglese. Così diedi a lui il mio CV e lui lo girò direttamente alla compagnia che mi chiamò dopo poche ore. Il giorno dopo sarei tornato in Italia in attesa di partire definitivamente in due settimane così mi fissarono un’intervista telefonica mentre ero in Italia. L’intervista andò benissimo e mi comunicarono che mi avrebbero assunto e che sarei dovuto andare a lavorare già pochi giorni dopo il 15 novembre. In più quell’azienda che mi aveva assunto telefonicamente affittava (per i primi sei mesi) anche appartamenti da condividere con altri colleghi. Era un servizio rivolto, appunto, agli expat (tutti coloro che si trasferiscono in un’altra nazione per lavoro). Solo la prima notte che sono arrivato in Olanda ho dormito a casa del mio amico d’infanzia, poi già il giorno dopo mi sono trasferito nell’appartamento che l’azienda mi aveva dato in affitto.
Perche hai scelto l’Olanda?
In realtà non avevo un piano preciso. Avevo deciso di voler lasciare l’Italia perchè il mio senso civico e morale non mi permetteva più di sopportare la disonestà e la “furbizia” italiana. Volevo andare all’estero, non importava dove. Poi alla fine scelsi l’Olanda solo perchè c’era già quel mio amico d’infanzia di cui ho già parlato precedentemente e ho pensato che sarebbe stato più facile iniziare una nuova vita avendo almeno un punto di appoggio che iniziare completamente da zero in un’altra nazione.
Quali secondo te sono gli aspetti positivi, nel settore lavorativo e nella tua vita privata, che qui trovi mentre in Italia no?
Oh Dio… qui potrei scrivere un poema! Inizierei dicendo che praticamente ho iniziato facendo quasi lo stesso lavoro che avevo a Palermo ma in 2 anni ho già cambiato mansione e adesso ricopro il ruolo di account executive per il mercato italiano in una grossa azienda americana (per una posizione del genere in Italia probabilmente avrei dovuto aspettare di esser 40enne!). Qui tocco con mano la differenza. In ufficio c’è un’atmosfera rilassata. Il mio manager non ci bracca con lo sguardo accigliato e la bava alla bocca pronto a punirci alla prima imperfezione. Il mio manager sorride ed è sempre disponibile ad una conversazione (sia lavorativa che privata) con me. La sua priorità è che dobbiamo sentirci felici di venire a lavorare e se c’è qualcosa che non va ne discute apertamente e cerca di trovare una soluzione. Non dimenticherò mai che durante il colloquio lui mi chiese come mai mi ero trasferito da Amsterdam all’Aja ed io risposi serenamente che all’Aja viveva il mio ragazzo e avevamo deciso di vivere insieme. Se avessi dato una risposta del genere in Italia probabilmente mi avrebbero scartato all’istante.
Per ciò che riguarda la mia vita privata penso tu possa ben immaginare come sia stato per me vivere in Italia. Qui ho trovato l’amore e non solo. Ho trovato tutto un mondo che accetta la tua diversità e non la usa per spaventare la gente (come fa la Lega Nord con immigrati e omosessuali). La gente non si stupisce quando mi vede con un ragazzo anzichè una ragazza. Può sembrare una cosa stupida ma, in generale, anche negli inviti ufficiali di lavoro non scrivono mai le parole compagno/a ma usano sempre la parola partner proprio perchè chi riceve l’invito potrebbe essere etero, gay, bisex, lesbica o trans. E poi qui i miei diritti di essere umano vengono riconosciuti. Da un po’, io e il mio ragazzo, stiamo pensando a stipulare una unione di fatto (registered partnership) o di unirci in matrimonio. L’Italia da questo punto di vista è proprio una Repubblica delle banane. E’ rimasta l’ultima nazione europea (visto che adesso anche in Grecia il governo sta discutendo una legge sulle coppie di fatto) che non ha una legge che equipari i diritti della comunità GLBT alla comunità eterosessuale. E’ triste pensare che la mia nazione non sia in grado di varare i DiCo (la discutibile via italiana dei PACS)… ma la colpa è anche di quel piccolo Stato che abbiamo all’interno del nostro Stato, cioè il Vaticano. Senza tralasciare ovviamente i nostri politici da quattro soldi, sempre pronti a chinarsi al volere del Papa.
Cosa ti manca dell’Italia?
Come potrete certo immaginare ciò che mi manca di più dell’Italia (e della Sicilia in particolare) sono gli affetti: genitori, parenti e amici. Ormai con Skype non ci si sente mai veramente lontani ma per quanto sia bello uscire con la nuova cerchia di amici che mi son costruito qui negli ultimi 2 anni (italiani e non), la serata fuori con i tuoi vecchi amici in quei luoghi dove hai passato l’età migliore della tua vita, le espressioni che solo loro possono capire… beh, quello ti mancherà sempre, ovunque tu vada. Per non parlare del cibo e dell’accoglienza e del calore siciliano (e in generale, di tutte le popolazioni del sud Europa). E poi, certamente, il tempo atmosferico. Qui, come in tutto il nord Europa, è spesso grigio, piovoso e freddo. Forse il tempo atmosferico è quello che mi manca di più. Vengo dalla terra del sole e vivere in Olanda mi ha insegnato sicuramente il valore ad una giornata di sole, quando sei abituato a vederlo quasi ogni giorno non ne capisci il senso, adesso invece riesco a godermi fino in fondo quella luce che ti scalda l’anima.
Grazie mille Francesco per la bellissima intervista che ci hai rilasciato, siamo sicuri che aiutera molta gente che ancora è in Italia e sta pensando a trasferirsi all’estero.
Mi fa piacere darvi una mano, sono pronto a continuare a collaborare con voi.
Bene, allora aspettiamo tuoi articoli da pubblicare.
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