Sono oramai tanti anni che si parla di globalizzazione, per un certo periodo se ne è parlato così tanto che ora ci sembra una parola vecchia, inutile. Mi ricordo che all’epoca molte persone ne parlavano nonostante non fossero mai uscite dal proprio quartiere e dispensavano opinioni a destra e manca, ma, ovviamente, non ne sapevano nulla. Succede spesso così, quando si parla molto di un certo tema in televisione, tutti diventano esperti.
Possiamo valutare la globalizzazione con i suoi pro e contro, ma comunque sia, dobbiamo capire che indietro non si può tornare e bisogna imparare a conviverci.
Globalizzazione pro e contro
L’esperienza in Sud Africa mi ha offerto tanto, non solo sotto l’aspetto lavorativo. Anzi ciò che più mi ha colpito di Cape Town è stato il “toccare con mano” certe situazioni e il riuscire a parlare con persone che hanno un punto di vista della vita totalmente diverso dal nostro.
Ricordo ancora perfettamente una delle mie escursioni nel cuore della “vera” Citta’ del Capo. – Ne parlo anche nei miei seminari sui paesi del BRICS (Brasile, Russia, Cina, India e Sud Africa) –. La forbice economica che separa i ricchi ed in poveri in queste nazioni è enorme ed il Sud Africa non è da meno. Seppur l’economia sia in crescita, la percentuale della popolazione sotto la soglia della povertà è decisamente superiore a quella di persone ricche.
Ad esempio il residence dove vivevo potrebbe essere considerato di ottimo livello pure in Europa, mentre nel quartiere visitato quel giorno ho visto abitazioni e situazioni umane che soltanto a Cuba e nelle Isole Fiji avevo visto prima. Case totalmente fatte di latta o di legno, una dimensione totale pari o inferiore ad un garage, appoggiate su terriccio, fango o erba. I bagni? A cielo aperto. L’acqua? Un rubinetto ogni centinaio di metri e nemmeno potabile.
Quindi potete immaginare quanto poveri siano gli abitanti di queste township (township è il nome utilizzato per questi quartieri, come favelas in Brasile). Chi vive in queste aree non sogna ferie, tredicesima, diritti del lavoratore o un fondo pensionistico, loro vogliono soltanto un minimo stipendio per poter mangiare tutti i giorni e nient’altro (per il momento).
Le multinazionali in nazioni come il Sud Africa possono risparmiare tantissimi soldi, fra stipendi ed il costo della tassazione del personale. Nella ditta in cui lavoravo (che devo dire rispetta tutti i lavoratori e tratta i loro dipendenti veramente molto bene) ci sono dei ragazzi o delle signore che vivono nelle township e nelle loro facce vedi la gratitudine. Non essendo istruite, non possono fare altro che lavorare in cucina, fare le pulizie o lavorare alla sicurezza degli stabili. Il loro stipendio per noi europei è molto basso, eppure vedi che sono felici e si sentono fortunati per l’occasione che hanno.
Lo sviluppo delle nuove tecnologie ha stravolto il modo di fare business, ne parlo anche nel mio libro “Come trovare lavoro all’estero. Soprattutto nel settore dei servizi, le imprese possono lavorare da qualsiasi angolo del mondo e fornire un ottimo servizio ai clienti di tutto il pianeta.
Quindi se uniamo i due punti, costo del lavoro molto più basso e tecnologia al servizio delle imprese, capiamo il motivo per cui la geografia economica è cambiata molto negli ultimi anni e continuerà a farlo.
Per cui i lavoratori che avranno più successo, oggi ed in futuro, saranno quelli che parlano più lingue e che sono disposto a spostarsi.
E per chi vuole rimanere in Italia? Non sono nessuno per dirlo, ma ho la sensazione che i prossimi anni saranno molto difficili per chi rimarrà nella nostra stupenda nazione.