La disoccupazione è un dato allarmante, ma la disoccupazione giovanile lo è ancora di più. Perchè abbiamo creato Viviallestero.com? Perchè siamo tutti ragazzi italiani che hanno lasciato affetti e famiglia per andare a trovare lavoro all’estero e ci siamo riusciti. L’Italia non è più quel paese benestante degli anni 80 e 90  dove trovare lavoro non era facilissimo, ma nemmeno così difficile come ora. Molti ragazzi al giorno d’oggi, purtroppo, non hanno capito che per trovare un buon lavoro e una buona posizione, bisogna essere bravi, preparati, bisogna conoscere bene le lingue e, soprattutto, bisogna muoversi e lasciare casa.Disoccupazione giovanileNoi come Viviallestero.com non offriamo alcun posto di lavoro (non siamo assolutamente un’agenzia per il lavoro), ma mettiamo a conoscenza dei nostri lettori offerte di lavoro all’estero che job recruiter internazionali pubblicano nei loro siti web. Eppure ci sono ancora ragazzi che nel nostro profilo o nel nostro gruppo facebook (paginagruppo) scrivono “possibile che non ci siano offerte di lavoro per chi non parla inglese??” oppure “se non ci date lavoro come facciamo ad aumentare la nostra esperienza!”. E’ ora di capire che il mondo è cambiato, che le cose stanno girando in maniera opposta rispetto ad anni fa e se i giovani non vogliono rimanere intrappolati, devono muoversi.

Pubblichiamo questo stralcio di articolo di Repubblica.it che ci ha dato lo spunto per pubblicare questo post:

Istat: il tasso totale della disoccupazione a novembre si attesta sull’8,7%, lo stesso registrato ad ottobre. Ad aumentare è soprattutto quella giovanile: 28,9 % con un aumento percentuale rispetto a novembre 2009 di 2,4 punti. E aumentano anche gli “inattivi”, cioé quelli che hanno rinunciato a cercare o non possono più accedere al lavoro. (http://www.repubblica.it/economia/2011/01/07/news/disoccupazione_all_8_7_il_dato_pi_alto_dal_2004-10936345/index.html?ref=search)

Da tenere in considerazione anche il fatto che al 28,9% di giovani disoccupati si deve aggiungere una grande quantità di ragazzi e ragazze che lavorano con contratti da 1, 3 e 6 mesi, ovvero con lavori che non permettono di organizzarsi nessun tipo di futuro.