Una delle tante aziende che mi chiedono aiuto per pubblicizzare le loro offerte di lavoro all’estero mi ha inviato un feedback questa mattina. Come prima cosa mi hanno voluto ringraziare perché in nemmeno 5 giorni dalla pubblicazione hanno già ricevuto 127 curriculum da italiani interessati alla posizione che stanno offrendo. Allo stesso modo, però, hanno voluto mettermi al corrente che solo pochi di questi CV possono essere presi in considerazione, e mi hanno anche spiegato il perché…
Non trovo lavoro perchè c’è crisi
Dall’analisi che mi ha inviato la ditta è venuto fuori che molti dei candidati non hanno un profilo idoneo o in altri casi anche se lo hanno, non sanno proporsi in maniera consona. Così, per aiutare le persone che sono alla ricerca di un lavoro all’estero , hanno deciso di inviarci questa analisi delle candidature che hanno ricevuto in maniera da poter offrire dei consigli per migliorarsi.
Una buona parte dei candidati hanno utilizzato il modello europeo (generalmente Europass) per candidarsi. Questo modello può andare bene quando ci candidiamo per un’azienda italiana o situata nel Mediterraneo, ma se vogliamo candidarci in una nazione anglosassone o per una multinazionale (ovunque sia localizzata) è meglio utilizzare tutt’altro modello. Online si possono trovare diversi modelli validi, ma se volete essere aiutati, potete usufruire dei servizi che offrono i nostri collaboratori. Per poterne usufruire inviateci il vostro Curriculum Vitae in italiano all’indirizzo email admin@viviallestero.com con oggetto “Preventivo CV inglese” (non dimenticate di inserire l’autorizzazione al trattamento dati personali) e riceverete un preventivo a prezzo molto contenuto e senza alcun impegno. Oppure contatta l’ideatore di Viviallestero.com, Stefano Piergiovanni, sulla sua pagina Facebook per chiedere consigli (clicca qui per accedere alla sua pagina FB).
Il 24% delle candidature contengono degli errori (gravi e meno gravi) di lingua inglese. Un errore di battitura può anche essere permesso, ma un CV che contiene uno o più errori di lingua inglese lo rende in automatico poco professionale e, cosa più importante, fa capire al datore di lavoro che il nostro livello di lingua è abbastanza scadente. Bisogna anche fare attenzione all’email che inviamo o all’eventuale lettera di presentazione, spesso è piena di strafalcioni. Cosa molto importante: non utilizzate i traduttori automatici, e, come scritto per il punto precedente, fatevi aiutare da esperti.
C’è chi commette degli errori nel CV inglese, c’è chi invece invia il curriculum in lingua italiana. Il 18% dei candidati ha inviato il cv italiano a questa ditta. Nella grande maggioranza dei casi, se si cerca lavoro all’estero, bisogna inviare il cv inglese o nella lingua richiesta. Sono veramente rari i casi in cui il cv italiano può essere utilizzato.
Un 11% dei candidati non avevano i requisiti richiesti mentre un altro 11% è composto da persone che o hanno inviato il cv in un formato non consono come ad esempio file .jpg, .png o .odt oppure le informazioni inserite nel proprio curriculum non erano chiare, quindi è stato veramente difficile capire quali fossero le loro competenze e cosa avrebbero potuto apportare alla ditta nel caso di una assunzione. Magari queste persone potevano essere adatte per questo lavoro…ma non hanno saputo comunicarlo…
Alla fine rimane solo un 6% dei candidati i quali hanno superato la prima fase e sono stati ricontattati per organizzare un colloquio.
Questo articolo ho deciso di scriverlo per far capire alle persone che non è sempre colpa della crisi o non è sempre colpa degli altri se non troviamo lavoro. Quando riceviamo una porta chiusa in faccia, facciamo un’analisi e cerchiamo di capire se abbiamo sbagliato e come possiamo migliorare. Troppo facile dare sempre colpa agli altri.
Buona ricerca di lavoro.