In Italia la situazione lavorativa non è assolutamente buona eppure a volte guardando certi comportamenti delle persone non sembrerebbe così negativa. Perché dico così? Perché mi capita spesso di pubblicare offerte di lavoro interessanti (in posti sicuramente non paradisiaci e turisticamente attraenti) con stipendi decenti  che permettono di vivere dignitosamente in base al costo della vita del paese (ma non da nababbi) eppure vedere il pochissimo interesse che queste offerte riscuotono.Crisi giovani lavoroE allora penso che o non è vero che questa crisi è così tremenda come cercano di farci credere oppure lo è, ma molti non hanno capito di essere in una situazione di “pericolo” e di non rendersi conto che piano piano si sta abbassando la qualità della loro vita (e sinceramente credo che la seconda opzione sia quella più veritiera).

Quando leggo quotidiani e vedo telegiornali italiani noto che spesso si parla del problema della disoccupazione. Ed è giustissimo, il lavoro è la base per creare il futuro di una persona. Ma ciò che mi stupisce di più è che i giornalisti parlano solo di percentuali, di quante persone non hanno un lavoro rispetto a quante lo hanno. In Italia siamo abituati a dividere la popolazione in “Persone che un lavoro lo hanno” e “Persone che invece un lavoro non lo hanno”. Punto.

Come se il trovare lavoro sia la meta finale di una persona, una volta raggiunto quell’obiettivo non hai più nulla di cui lamentarti, sei a posto e la tua vita può continuare tranquillamente.

Invece la crisi del lavoro non è solo per chi è disoccupato, ma lo è anche per i ragazzi appena laureati che si ritrovano a lavorare in stage retribuiti a 400 euro, soldi che gli permettono ancora di fare cene e aperitivi con amici, cellulari di ultima generazione, ma vivendo con i genitori e con scarse possibilità di crescere professionalmente, oppure persone che sono costrette ad accettare lavori che odiano o totalmente diversi dalla propria preparazione, lavoratori che hanno 1 o più mesi di stipendio arretrati ancora da ricevere, persone che lavorano per ditte che ogni mese rischiano il fallimento, persone che sono anni che fanno tutti i giorni lo stesso identico lavoro senza poter mai fare carriera dentro la ditta e migliorarsi.

In Italia c’è una strana sensazione ovvero quella che se fai un lavoro che non ti piace guadagnando il minimo indispensabile per arrivare a fine mese, senza poter risparmiare e senza potersi permettere qualche sfizio; quella che se a 40 anni hai uno stipendio che non ti permette di andare a vivere da solo; quella che se hai un contratto che scade in pochi mesi e fino all’ultimo giorno non sai se avrai ancora un lavoro… in Italia c’è quella strana sensazione che ti fa credere che nonostante tutto, siccome uno stipendio al momento lo percepisci, la crisi economica non ti ha colpito e puoi vivere tranquillamente senza dover cercare di migliorarti.

Ma la realtà è ben diversa. Quante persone mi contattano chiedendomi una mano perché hanno perso lavoro, ma non parlano inglese, non sanno utilizzare il computer e l’unica esperienza lavorativa (anche di diversi anni) che dispongono non è “vendibile” all’estero. E se ora sono in queste condizioni è anche perché non hanno capito in tempo di trovarsi in crisi e non si sono organizzate prima.

Il trasferimento all’estero è un progetto che va organizzato con calma e ci vuole tempo. Il mercato del lavoro è sempre più competitivo e dobbiamo analizzarlo molto bene per capire dove andare, cosa fare e soprattutto cosa ci serve per essere tenuti in considerazione dai datori di lavoro. Per chi non ha mai affrontato un’esperienza del genere  può essere difficile darsi queste risposte e per questo motivo ho creato il servizio dove offro consulenze per l’orientamento nell’organizzare un trasferimento all’estero (per maggiori informazioni contattami su Facebook https://www.facebook.com/Stefano-Piergiovanni-Viviallesterocom-199650220380809/).

E quindi vi chiedo, in che situazione vi trovate voi? Avete un lavoro che vi soddisfa e vi fa intravedere una crescita personale e professionale? E se così non fosse, state facendo qualcosa per il vostro futuro? Oppure lo stipendio che ricevete a fine mese vi fa dimenticare tutti gli aspetti negativi e poco gratificanti del lavoro che state facendo?

Non aspettate l’ultimo momento per progettare qualcosa di nuovo e di diverso nella vostra vita.

E piccolo consiglio, fermatevi un attimo, cercate di fare mente locale. Vi piace la vostra condizione attuale? Se capite che la situazione non vi soddisfa, se vi svegliate la mattina di mal umore,  vuol dire che la crisi vi ha colpito in pieno e non è perché potete sfoggiare ai vostri amici l’ultimo smartphone appena uscito sul mercato o perché avete abbigliamento firmato, che potete credere di non aver bisogno di progettare qualcosa di diverso. Investite su voi stessi e non accettate certe condizioni!