Oggi intervistiamo Sara, restauratrice e ballerina italiana. Dopo aver studiato e girato in molte nazioni, ha deciso di fermarsi per qualche anno in Cile. Le sue parole sono interessanti per tutti, ma soprattutto per chi ha intenzione di trasferirsi in Sud America e ha dei dubbi sulle differenze con noi italiani e sulla conoscenza della lingua. Buona lettura.
Ciao Sara, solitamente iniziamo questo tipo di intervista chiedendo il perchè hai lasciato l’Italia.

Intervista a Sara, italiana che vive a Santiago de Chile
 

Diciamo che la scelta è stata dettata dall’amore, ma anche per motivi di lavoro.

Di che città sei?

Sono nata e cresciuta a Senigallia (An), ma prima di lasciare l’Italia ho vissuto per 9 anni a Venezia.

Quando hai lasciato l’Italia avevi già un lavoro o sei partita all’avanscoperta?

Diciamo all’avanscoperta. Il mio ragazzo (ora ex) stava già a Santiago de Chile da alcuni mesi.

Per il restauro avevo già alcuni contatti di scuole e istituzioni  recuperati un po’ per caso (uno a Barcellona, parlando con un cileno all’inaugurazione di una mostra, un altro dalla moglie di un amico del mio ex che voleva fare un corso di artigianato in una scuola dove insegnavano anche restauro).

Ho lavorato sia con la scuola (escuela de artes aplicadas) che con la istituzione (CNCR, centro nacional de conservacion y restauracion) . Con l’ultima sono già quasi al terzo anno.

Quest’anno un collega mi ha passato il suo posto di prof all’Universidad de Chile. E tra alunni e colleghi vengono fuori vari lavoretti interessanti.

Faccio anche danza,  prima di venire qui ho cercato dei contatti su Facebook e altri siti e quando sono arrivata ho subito concretizzato con scuole e ballerini. Oggi faccio parte di una compagnia di musica e danza balkanico-cilena , ho collaborato e continuo a collaborare con molte ballerine e compagnie.

Lo hai già accennato, ma spiegaci meglio. Perchè il Cile?

Più che di una scelta si è trattato di uno di quei giri della vita…io e il mio ragazzo avevamo terminato università  e master e facemmo un viaggio in Sudamerica coast to coast dal Brasile al Cile dove avevamo vari amici che ci ospitavano. Dato che al termine dei nostri cicli di studio avremmo comunque cercato lavoro nel viaggio seminammo curriculum. In Cile il mio ragazzo aveva dei compagni di master che lo misero in contatto con alcune ditte di geologia. In Cile hanno molto bisogno di geologi per la gestione delle miniere, e li pagano molto molto bene. In 3 giorni di passaggio a Santiago  ricevette cinque colloqui e 4 proposte di contratto immediato. Era una eccellente occasione di lavoro per lui che avrebbe potuto farsi carico di entrambi finchè non avessi trovato anche io la mia autonomia.

E così..presi un volo per il Cile ( tre anni fa non sapevo nemmeno dove stesse nella cartina geografica…)

Com’era il tuo livello di spagnolo prima di partire?

Parlavo già spagnolo, dato che il mio ex è spagnolo e avendo vissuto tre anni tra Madrid e Barcelona. Ma ho dovuto imparare il cileno perché non mi capivano bene e perché…lo spagnolo della Spagna genera una distanza e anche pregiudizi (per esempio mi aumentavano i prezzi al mercato).

Quali secondo te sono gli aspetti positivi, nel settore lavorativo e nella tua vita privata, che qui trovi mentre in Italia no?

In Cile, forse per la sua storia di neoliberalismo, è molto facile lavorare da giovani, cioè, coprire degli incarichi di una certa importanza appena sfornati dall’università, se non prima. E’ nella norma conoscere gente di 20 anni che insegna alle elementari o al liceo o gente di 25-30 che insegna all’università.

Io stessa lavoro all’università e in un centro nazionale (impossibile in Italia arrivarci se non hai un piede nella bara) dove i miei 70 colleghi hanno la media dei 30 anni!! Siamo noi a gestire tutto, dalle decisioni, all’acquisto dei prodotti, ai convegni…

Dal punto di vista della danza è facile presentarsi, fare, provare, senza sentire l’inibizione da perfezione con cui l’Italia tarpa le ali di milioni di talenti. Oltretutto esiste un fondo importante per la cultura (Fondart) al quale si può concorrere presentando un progetto artistico giustificando il denaro necessario. Se vinci puoi realizzare il tuo progetto durante un anno con il fondo che hai chiesto.. in Italia che io sappia non esiste niente di equivalente a livello statale.

(Il rovescio della medaglia è che in generale i prodotti non sono di grande qualità, ma almeno ti senti libero di esprimere, provare, progettare).

E infine, c’è qualcosa che ti manca dell’Italia?

Il cibo è la prima cosa e tutta la socialità intorno ad esso. Ho viaggiato tanto fino ad ora dentro e fuori Europa e ormai mi è chiarissimo che il piacere di cucinare insieme, decidere cosa mangiare, i segreti delle ricette..la scusa di una cena per vedersi e chiacchierare è totalmente italiano. E mi manca assai, oltre alla qualità dell’alimentazione e degli ingredienti che sembra non avere importanza per molti altri Paesi al mondo.

Mi manca poter parlare la mia lingua quotidianamente. Mi manca poter gesticolare e parlare a un tono normale senza terrorizzare nessuno (qui parlano a un tono cimiteriale..). Mi manca poter essere diretta (ma almeno sto imparando l’arte della diplomazia, o falsità come vogliamo chiamarla..hanno il terrore di un sì o un no..per evitare crepacuori è decisamente necessario ricamarci su. E’ un grande problema generato o amplificato dalla dittatura).

Mi manca la serietà, la precisione, il dettaglio, l’importanza delle parole, il rispetto del tempo,  dello spazio e dei sentimenti altrui (forse uno che vive in Italia penserà che sono pazza, che in Italia sono tutti irrispettosi, ciarlatani..etc..ma vivi a Santiago de Chile per un anno, prova a integrarti, a invitare gente a casa tua, ad andare alle feste, a collaborare per progetti di lavoro..è tutto molto molto lento e difficile perché questa società ha veramente dei gravissimi problemi psicologico-sociali).

E ovviamente ho sempre molta nostalgia della mia città di origine, con il suo ritmo, i suoi odori, i suoi angoli conosciuti e familiari… Ecco, certo, mi manca casa.

Grazie mille Sara per aver condiviso la tua esperienza con noi, siamo sicuri che sarà d’aiuto ai nostri lettori.