E’ con piacere che ospitiamo il blog di Elisabetta che un lavoro a tempo indeterminato lo ha ottenuto, ma che dopo anni di sofferenza vuole trovare il coraggio di fare il grande passo e cambiare vita.

Alcuni di noi, a causa di un accumulo di situazioni stressanti, in un momento particolare della propria vita, vorrebbero lasciare tutto, partire e non tornare più. Poi la situazione si normalizza – ma qual è la normalità? – e tornano alla vita di sempre, di cui sono comunque soddisfatti. Altri, invece, chi per desiderio di ricominciare e darsi altre possibilità, chi per spirito nomade e voglia di sperimentare diversi modi dell’essere, questa spinta a partire ce l’hanno dentro da sempre. Io appartengo a questi ultimi, ed è una condanna. Perché quando parti, tornare è spesso arduo. E così progetti altre partenze, finché ti ritroverai un giorno a non fare più il biglietto di ritorno.

Cambiare Vita

Dopo alcune esperienze di cooperazione internazionale in Albania, nel 2005 tornai a Torino e di lì a poco mi ritrovai intrappolata in un posto di insegnante di ruolo nella scuola elementare, specialista di inglese. Mentre c’era chi festeggiava, a me venne da piangere: quale peggior condanna può essere un posto fisso per chi non vuole confini? Le necessità economiche, insieme al bisogno di riprogrammare la mia vita, mi fecero restare in bilico fino al 2010, quando il mio inconscio cominciò a mandarmi a livello corporeo dei chiari segnali che la vita che stavo conducendo non era la mia, bensì quella che altri avrebbero voluto per me. La lettura del libro “Puoi fidarti di te” di Raffaele Morelli mi dette lo stimolo per cominciare ad ascoltarmi, e dopo un intero inverno passato a riflettere, presi un’aspettativa dalla scuola di 8 mesi e a ottobre partii per la Cambogia come volontaria per una organizzazione non governativa, come insegnante di inglese in una missione. Non che avessi sempre sognato di andare in Asia (il mio sogno era l’Africa), ma il destino ci porta sempre dove abbiamo bisogno di andare. Prendersi un’aspettativa da tutto è un’esperienza unica, che aiuta a crescere e a capirsi nella solitudine suscitata dal distacco dalle proprie sicurezze.

Da quella esperienza sono tornata lo scorso giugno, purificata e finalmente consapevole di dover fare quel salto. La scuola è ripresa, ma ormai so che non potrà durare a lungo. Sto dedicando questi mesi a programmare il mio tentativo di cambiare la mia vita e partire inseguendo un sogno. Se tutto andrà bene, vorrei partire nel mese di luglio del prossimo anno, per la Cambogia o il Myanmar: anche a 39 anni si può e si deve avere il coraggio di cambiare una situazione che non rende felici.

“Non siate uno di quelli che, pur di non rischiare il fallimento, non tentano mai nulla”. (Thomas Merton)

Elisabetta