Oggi parliamo con Francesca, architetto italiana che si è dovuta trasferire a Londra per trovare lavoro. Dopo aver speso anni sui libri, architetti, avvocati e altre categorie, si trovano nella situazione di dover affrontare stage e tirocini lunghi, senza retribuzione e, spesso, inutili. Sentiamo cosa ci dice la nostra amica in merito.

Ciao Francesca, grazie per il tempo che ci concedi. Raccontaci perchè hai lasciato l’Italia

Dopo la laurea in Architettura ero stufa di avere un lavoro a 200 euro al mese, lavorando anche 9-10 ore al giorno e dover anche ringraziare.

Di che città sei?

Sono di Roma

Quando hai lasciato l’Italia avevi già un lavoro o sei partita all’avanscoperta?

No, nulla.
Sono partita per Londra senza avere le idee troppo chiare, all’avventura.

Come ti sei organizzata? Conoscevi qualcuno? Hai vissuto i primi giorni in ostello? Come ti sei mossa appena arrivata?

Ho avuto la fortuna di andare ad abitare a casa di quello che poi è diventato il mio ragazzo; non avendo la più pallida idea di Architettura Londracome muovermi, mi sono affidata a internet.
Inizialmente ho cominciato a mandare CV e portfolio direttamente agli studi (trovati random da google), poi ho realizzato che qui in UK sono molto diffuse le agenzie del lavoro e che ce ne sono di specifiche per ogni settore, anche per il mio.
Ne ho contattate un paio con cui ho avuto subito un colloquio e dopo poco mi hanno proposto diverse soluzioni che facevano al mio caso.
C’è da dire che quando sono arrivata qui, quasi 4 anni fa, Londra era in pieno boom ed era molto più semplice trovare un lavoro; oggi per via della crisi le cose si sono un po’ paralizzate e può capitare che gli studi non passino attraverso le agenzie, per non dover poi pagarle, e che cerchino direttamente tramite il loro website.

Perchè hai scelto Londra?

Inizialmente avrei voluto andare in Spagna a Barcellona, poi ho cambiato programma per svariati motivi (anche di cuore); il fatto di conoscere in parte la lingua ha senz’altro aiutato.

Quali secondo te sono gli aspetti positivi, nel settore lavorativo e nella tua vita privata, che qui trovi mentre in Italia no?

In poche parole, qui si riesce a lavorare in un clima di rispetto e ad avere uno stipendio alla fine del mese che ti consente una certa indipendenza: cose che sembrerebbero scontate, ma in Italia non lo sono affatto.
A parte il lavoro, beh.. Londra in particolare è una città ricca di possibilità dove difficilmente ci si annoia.

Cosa ti manca dell’Italia?

Da nostalgica come sono, molte delle mie abitudini, anche se spesso ho come la sensazione di idealizzare troppo la mia città natale e di essermi dimenticata i (numerosi) difetti.
Ovviamente anche la lontananza dalla famiglia e dai miei amici si fa sentire spesso, soprattutto quando ti accorgi che non puoi necessariamente condividere tutti gli aspetti del quotidiano come vorresti (per quanto internet, skype & co. aiutino moltissimo)
Per quanto riguarda il cibo cerco di portarmi il più possibile materie prime da casa, nonostante questo comporti le classiche figuracce all’aeroporto, se disgraziatamente ti fermano al controllo bagagli.

“signori’, ma c’ha un bagaglio a mano pieno di cibo, ma dove va?

– eh, a Londra (e la faccia diventa paonazza)

ah ma allora, vada tranquilla.. che co’ quello che se magnano!”

rimetti dentro la borsa le confezioni di pan di stelle, gocciole e porcini secchi
e ti allontani col trolley verso il ben noto gate.

Per chi ancora vive in Italia questi episodi sembreranno “eccessivi”, ma una volta trasferiti all’estero si comprenderà che per il piacere di avere con se i sapori con i quali siamo cresciuti, si possono fare delle sane pazzie!!!