Partire è per molti un necessità, per altri una moda, per altri ancora voler scappare e par altri la voglia di ricominciare.

Sono molti i motivi scatenanti di questo desiderio ma, nel corso delle numerose interviste fatte con italiani all’estero, ho notato dei tratti e delle caratteristiche che li accomunano un po’ tutti.

Vediamo dunque quali sono i 5 motivi per cui valeva pena partire per un’esperienza all’estero e quali sono invece i 5 motivi per cui non farlo.

5 motivi per mollare tutto e andare all'estero e 5 per restare in Italia

5 motivi per cui partire e andare all’estero

1 – Imparare una nuova lingua

Se vuoi imparare bene una nuova lingua… non ci sono alternative. Puoi studiarla finché vuoi, puoi leggere libri, guardare film, fare corsi e chi più ne ha più ne metta. E non è detto che tu non riesca ad impararla ad un livello ottimo.

Ma non sarà mai e poi mai come fare un full immersion con persone che la parlano e che pensano in quella lingua. Avere tutti i cartelli stradali, i volantini che trovi in giro, le insegne dei locali, i nomi sui prodotti del supermercato, etc… non è paragonabile ad un corso di un paio d’ora alla settimana.

Sarai spaesato i primi giorni ma subito dopo ti renderai conto di quanto poco sapessi prima della lingua, nonostante i bellissimi voti a scuola e l’enormità di ore passate a guardare film in lingua originare.

 

2 – Uscire dalla propria zona di comfort

“La tua vita inizia dove finisce la tua zona di comfort.” 

Questo è un dato di fatto. Se sei insoddisfatto della tua vita non puoi pretendere che cambi qualcosa se non sei tu il primo a cambiare qualcosa. E per farlo devi fare qualcosa che non hai mai fatto, qualcosa che ti porti in “territori” a te sconosciuti.

Devi metterti in gioco e in un certo senso metterti in difficoltà. Sono questi i momenti in cui ti rendi conto di quanto vali veramente e di tutto quello che sei in grado di fare nonostante fossi tu il primo a non crederlo possibile.

Sono le situazioni difficili a farti tirare fuori gli artigli e non c’è modo migliore per farlo che ritrovarsi in un paese estraneo e dover ricominciare tutto daccapo. Si cresce di più in un giorno all’estero che in un mese a casa…

 

3 – Imparare il senso civico

Purtroppo è così. Siamo un popolo “caldo” e nella nostra cultura il senso civico tende a mancare. Manca il rispetto per le leggi e per le autorità. Se dobbiamo andare da A a B non facciamo mai la strada più intelligente ma sempre quella più facile. Vogliamo le scorciatoie, cerchiamo le raccomandazioni e se c’è la possibilità di fare qualche furbata non ci tiriamo certo indietro.

Molti paesi sono molto simili a noi ma molti altri non lo sono affatto. In questo simpatico video trovi qualche esempio:

Ce l’abbiamo nella nostra cultura e vivere un periodo in un paese diverso (almeno da questo punto di vista) può sicuramente cominciare a far vedere certe cose sotto un’altra prospettiva.

 

4 – Opportunità lavorative

Non è una questione di tipo di lavoro, ma di opportunità. Spesso molti che espatriano si accontentano di qualsiasi tipo di lavoro ed è per questo che è più facile trovarlo. Un laureato in ingegneria difficilmente si mette a fare il lavapiatti nel ristorante sotto casa invece a Londra lo fa con il sorriso. Questo atteggiamento non l’ho mai capito ma è un dato di fatto.

È vero però che lo stesso ingegnere in Italia difficilmente trova posto perché non c’è ne ricambio generazionale ne tantomeno la possibilità di mettersi in gioco in prima persona. Per questo certi paesi sono molto più ricchi di opportunità.

Una ragazzo negli Stati Uniti mi raccontava che per loro (gli statunitensi) è normale avere il curriculum sempre aggiornato e continuare a cercare continuamente un lavoro migliore di quello attuale. Noi invece, una volta firmato il contratto, ci sediamo e ci convinciamo che quello sarà il lavoro per tutta la vita. Distruggendo così la possibilità di crescita sia per i più giovani che per noi stessi.

 

5 – Farti conoscere per quello che sei

Mi capita spesso di confrontarmi con persone che mi conoscono da una vita e non riuscire a farmi capire. Perché? Perché loro sono convinti che io sia la stessa identica persona di 20 anni fa! Ma non è assolutamente così, anzi.

Sono cambiato parecchio e certi miei modi di fare di quando ero un ragazzino ora addirittura non li sopporto.

Il bello di essere costretti a conoscere persone nuove è proprio questo. Hai la possibilità di mostrarti per quello che sei, realmente e in questo preciso momento. E questo ti fa conoscere meglio anche te stesso. Quando ti descrivi, dalle basi, ad una nuova persona prendi consapevolezza di quello che sei realmente e non di quello che pensi di essere.

Un piccolo esercizio di conoscenza di se che consiglio comunque, estero o non estero! 😉

Volete proporre la vostra candidatura per un lavoro all’estero? Compilate il form qui sotto e, se le agenzie saranno interessate, verrete ricontattati direttamente da loro. Il Curriculum Vitae deve essere in formato .pdf, .doc o .docx.

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5 motivi per non partire:

1 – Mancanza della famiglia

Quando hai una cosa non ti rendi mai conto del suo reale valore. E questo vale anche per la famiglia. Dai per scontato tutto e non ti rendi minimamente conto di quanto ci tieni (sì, anche tu che non sopporti i tuoi genitori e non vedi l’ora di andartene di casa!) e di quanto potrebbero mancarti.

È una cosa quasi fisiologica soprattutto per noi italiani, da tutti considerati come un popoli di mammoni. E si sa, i luoghi comuni non nascono mai per caso, hanno sempre un fondo di verità.

 

2 – L’erba del vicino non è sempre più verde

Immagina un abitante del Burkina Faso che guarda in TV (ammesso che ne abbia una…) un programma televisivo in italiano. Che cosa vede? Di certo non quello che vedi tu. Per due semplici ragioni; la prima è che molto probabilmente non ci sta capendo niente (vorrei vedere te guardare “mai dire banzai” in lingua originale!) e la seconda è che gli manca la capacità di contestualizzare sia i personaggi che i discorsi che vengono fatti.

Lui vede solo belle persone, vestite bene e che molto probabilmente si stanno divertendo. Oppure che si stanno dicendo una montagna di parole ma per qualsiasi cittadino non italiano vedere due italiani che litigano è puro divertimento. Abbiamo una gestualità che ci rende riconoscibili e simpatici anche nelle situazioni peggiori…

Per te è la stessa cosa! Da lontano vedi solo i lati positivi degli altri paesi e non hai la minima idea di come siano in realtà. Non è un caso che quasi tutti gli italiani all’estero con il tempo hanno scoperto di essere più legati all’Italia di quanto pensassero prima di partire.

 

3 – Spirito di comunità

C’è poco da fare. Siamo un popolo “caldo” e ci comportiamo come tale. In molti paesi al mondo non hanno la più pallida idea di cosa possa essere un aperitivo, per esempio. Non sanno quanto è per noi importate fermarci al bar tornando da lavoro per due chiacchiere con gli amici, un aperitivo e una partita a calcetto.

Non sanno cosa significa fare una chiamata ad un amico, così, senza un reale motivo ma solo perché hai la voglia di stare 5 minuti al telefono e sentire una voce cara. Per loro queste sono cose che non hanno senso. Per noi invece ne hanno, e molto…

 

4 – Freddezza nei rapporti

Non avrai più al tuo fianco persone con le quali sei cresciuto e con cui basta un’occhiata per capirti. Sarai circondato da persone nuove e che molto probabilmente cambieranno nel giro di poco tempo. Ci sarà un continuo “riciclo” di persone e questo andare e venire non ti permetterà di legare profondamente con qualcuno.

Saranno rapporti più superficiali e, come succede per molte culture, saranno anche molto più freddi e a volte falsi. Forse non lo sai ma molti paesi, all’apparenza molto disponibili, cordiali e socievoli, sono così solamente perché vedono in te o un “pollo” da sfruttare o una semplice opportunità.

Siamo un popolo che si butta sotto il treno per un amico e no, mi spiace dirtelo, ma in questo caso il detto “tutto il mondo è paese” non è affatto corretto.

 

5 – Il pasticcio della nonna

Sembra una sciocchezza o una cosa banale rispetto a tutte le altre in elenco. Ma non è così. Non c’è stata una persona con cui abbia parlato che non mi abbia detto che gli manca il cibo italiano. Sì, anche quelli che sono in Giappone (secondo il mio parere la migliore cucina che ci possa essere…)!

Certo, questa è una cosa che difficilmente ti farà spostare l’ago della bilancia sulla tua decisione di partire o meno ma se non riesci proprio a rinunciare ad un piatto di pasta a mezzogiorno e al pasticcio della nonna alla domenica mi sa che qualche domandina devi portela.

Da questo punto di vista dobbiamo renderci conto che siamo abituati bene, anzi, molto bene! Anche se ti reputi un discreto cuoco sei sempre migliore della media, per esempio, degli americani. Diciamo che l’economia della penisola potrebbe tranquillamente basarsi su questo ma, come sappiamo benissimo tutti, siamo anche molto bravi a rovinarci con le nostre mani.

Sicuramente ridurre un discorso così complicato ad una manciata di punti è troppo riduttivo e ogni situazione andrebbe valutata singolarmente. Ma, come detto in precedenza, ci sono delle caratteristiche che accomunano tutti gli italiani all’estero. Ma ce n’è una, e una sola, che li accomuna proprio tutti, nessuno escluso.

Sono passati dal dire al fare. 

Puoi continuare per anni ad informarti, a leggere articoli come questo e a valutare qual è la cosa migliore per te. Ma arriverà un punto in cui dovrai decidere e dovrai fare qualcosa. Il primo passo. Accendere la miccia.

Se hai intenzione di partire… fallo. Fai il primo passo concreto verso quella direzione. Non potrai mai avere la certezza che sia la cosa giusta per te ma almeno ci proverai e lo capirai. Sarebbe molto peggio non provarci e rimanere con il dubbio.

In bocca al lupo!

Articolo scritto da Enrico Maggiolo